Ci sono due città e migliaia di persone sotto choc per la morte di uno stimato e conosciuto cardiologo e di un giovane e talentuoso cantante. Stefano Naccarato, 53 anni, medico al Santissima Trinità, è la prima vittima, cronologicamente parlando, di una serie di incidenti avvenuti nelle ulte quarantotto ore sulle strade sarde. L’uomo era al volante della sua Volkswagen Golf quando, sulla Ss 125, all’altezza di Solanas, è rimasto ucciso sul colpo dopo una carambola paurosa con altre tre auto e un furgone. Una lunghissima e importantissima carriera nella sanità, dalla fondazione del reparto di Emodinamica del San Martino alle corsie del reparto di Cardiologia del Santissima Trinità di Cagliari. Un grande lavoratore e un medico sempre pronto ad aiutare tutti, i suoi colleghi sono sotto choc e ancora increduli per la sua tragica scomparsa, avvenuta in una strada, l’Orientale sarda, teatro di troppe tragedie. La sua auto si è ribaltata, forse più volte, prima di sbattere contro il guard rail.
L’altra vittima, spirata negli stessi minuti nei quali i Vigili del fuoco estraevano il corpo di Naccarato dall’auto, è Nicola Micheli. Vent’anni, rapper di Quartu, se n’è andato dopo che i medici del reparto di Terapia intensiva del Policlinico di Monserrato hanno fatto di tutto per salvarlo. Troppo gravi le ferite riportate nell’incidente di due giorni fa in via Leonardo da Vinci a Quartu, una strada dove i lavori di messa in sicurezza a cura della Città Metropolitana, tra strisce pedonali nuove e cartelli a led, partiranno non prima della prossima estate. Il giovane, al volante della sua Lancia Y, ha sbandato ed è letteralmente volato dentro il giardino di una delle tante villette di Flumini. Anche in questo caso c’è una famiglia distrutta, un padre e una madre choccati che hanno perso un figlio in uno schianto avvenuto in una lingua d’asfalto dove tanti, troppi corrono. Ma Nicola potrebbe essere stato tradito dal terreno scivoloso per colpa della pioggia. I genitori hanno detto sì alla donazione degli organi, un bellissimo e profondo gesto d’amore grazie al quale, sicuramente, altre persone potranno continuare a vivere.










