Una lotta portata avanti con dignità dopo una vita dedicata a un lavoro nobilissimo, quello del carabiniere. La Sla ha interrotto troppo presto la vita del 59enne di Lotzorai Giorgio Atzeni, stimato e amato come professionista e amico da chiunque lo abbia incrociato sulla sua strada.
Solo il mese scorso aveva scritto un lungo messaggio su Facebook in cui racconta a la sua voglia di vivere e lottare nonostante tutto. “Come voi tutti sapete, sto affrontando una malattia difficile e terribile, la SLA. Ogni giorno è una sfida, fatta di dolore, di limiti e di battaglie silenziose… ma io non voglio arrendermi.
A darmi forza sono le terapie che ricevo al centro AISM di Rubano (Padova) e l’amore della mia famiglia, soprattutto mia moglie Ornella che mi sostiene in ogni momento. Non sempre è facile, ma so che non sono solo.
Vorrei dire qualcosa a chi, come me, combatte contro la SLA o contro altre brutte malattie, non mollate mai. Anche nei momenti più bui, ricordiamoci che dentro di noi c’è sempre una luce che può brillare. La scienza sta studiando e ogni piccolo gesto può fare la differenza. Se potete, sostenete la ricerca e l’AISM, perché dietro a queste sigle ci sono persone, storie e speranze.” Fino all’ultimo Giorgio ha pensato anche agli altri che vivono la sua stessa condizione, lasciando un messaggio di speranza: “Anche se non arriverò in tempo per una eventuale cura, mi trovo in dovere di pensare al futuro ai prossimi malati. Io continuo la mia battaglia con coraggio. E spero che questo messaggio arrivi al cuore di chi mi ascolta. Grazie”










