I tiranni.
Si legge sui social che l’opera di un grandissimo scultore sardo (Andrea Galassi sassarese, allievo del Canova) sistemata su un basamento realizzato da un grandissimo architetto sardo (Gaetano Cima, cagliaritano), pensato proprio per un particolare luogo della città (incrocio tra il mare, l’ingresso di Cagliari e l’inizio della 131) intatto da 200 anni, è stata derubricata a complemento d’arredo del privée dei fighetti cagliaritani e dei turisti affamati di aperitivi, gelati e pizze, amovibile tipo i gazebo gaggi di piazza Yenne.
Come se il monumento di Carlo Felice non fosse parte integrante del centro storico di Cagliari e tassello pregiato del paesaggio della Sardegna da tutelare. Perché ciò che stupisce del surreale dibattito sulla rimozione della statua del re piemontese è il pressoché assoluto disinteresse per il paesaggio, per la storia dell’arte e dell’urbanistica della Sardegna. Come se la Statua della Libertà potesse trasferirsi dalla baia di Manhattan allo Yellowstone mantenendo intatto il proprio valore artistico e culturale.
Per una rivincita sulla storia si può sfregiare un antico spazio urbano protetto? Per difendere la storia si possono offendere arte e paesaggio? Cari amici pro rimozione di Carlo Felice, per voi la risposta sembra proprio di sì.
Vorreste spendere soldi pubblici per spostare la statua? Ok. La spostiamo e la chiudiamo a palazzo Viceregio. Va bene. Ora però, dopo aver speso un po’ di soldi pubblici, resta da risolvere il problema del vuoto tra il largo e piazza Yenne, dove rimarrebbe privo di senso artistico il gigantesco basamento del Cima, anch’esso realizzato per glorificare il sovrano sabaudo (c’è l’antica iscrizione). Rimuoviamo anche quello (altro denaro pubblico)? E dove lo mettiamo quel gigantesco blocco di marmo e granito (la ricollocazione in questo caso è molto più complicata rispetto alla statua) ? O demoliamo un’opera del Cima? O copriamo l’iscrizione e lo lasciamo lì? E al posto di una scultura di bronzo neoclassica cosa ci mettiamo su un basamento neoclassico? Un’opera d’arte moderna (ovviamente da realizzare spendendo altri soldi) che ritragga qualche eroe sardo del passato? La madre dell’ucciso di Ciusa? Un gigante di Monte e Prama? Sant’Efis sballiau? Gigi Riva? E perché non Francescoli?
Per rendere giustizia alla storia non è sufficiente una targa sul posto che, grazie ad una lettura scientifica più aggiornata, illustri le malefatte di Carlo Felice? Ce la caveremmo con pochi soldi, senza aggredire l’arte e il paesaggio della Sardegna che sono entrambi innocenti, inermi e da tutelare.
Ps
C’è chi dice: “Ma la statua di Giordano Bruno è stata spostata da via Mazzini nel 1926”. Fu un errore della Cagliari fascista. E con questo ho detto tutto.










