Fondi che non ci sono, altri soldi distribuiti con troppa fretta e senza ascoltare tutti i sindacati e personale che continua a ridursi. Eccole,e criticità principali del Brotzu riassunte dalla Uil, con il suo segretario territoriale Attilio Carta. Che, con Cgil e Cisl, sta portando avanti una battaglia che è anche legale: “È sconvolgente che la sanità sarda sia al quartultimo posto, ma anche le problematiche criticità che attanagliano quotidianamente i lavoratori del più grande polo sanitario pubblico della Sardegna non rallentano ma, anzi, si intensificano sempre più. Reduci da una ipotetica contrattazione decentrata condotta, a tutta velocità, con continue irricevibili forzature, la cui legittimità è piuttosto dubbia conclusasi nel peggiore dei modi, per la grave penalizzazione professionale. Con una intensità quasi da guinness dei primati”, denuncia Carta.
“Questo scenario impone ai sindacati di persistere, nel percorso intrapreso, per rimediare ai danni subiti dai lavoratori, che per la loro quotidiana immensa abnegazione hanno sempre meritato, molto, ben altro. Per tutelarli appieno, proseguiremo, congiuntamente a Cgil e Cisl, ogni ulteriore iniziativa legittima, sino
all’ultima spiaggia. Perché il disagio è innegabile, confermato anche dal continuo ed inarrestabile esodo del personale d’assistenza (Oss, infermieri,
tecnici, e persino la dirigenza, verso qualsiasi altra realtà sanitaria, purché non sia il Brotzu”.
“A troppi pare ancora sfuggire che i nostri Lavoratori siano i meno pagati e i più bistrattati della Sardegna. Che fine hanno fatto i famosi 10 milioni di euro che, a seguito delle nostre insistenti
pressioni, l’assessore Doria ha trionfalmente reso noto nell’assemblea organizzata, anche col nostro fattivo
impegno? La delibera regionale dei succitati 10 milioni, per la perequazione delle risorse economiche, impugnata dallo Stato, è stata adeguatamente difesa e con la giusta determinazione? La criticità primaria in assoluto, madre di tanto disagio professionale e sottovalutata anche in Regione. La persistente carenza di fondi che, a cascata, determina un’intollerabile perenne sperequazione economica con grave carenza degli organici e non ultimo, a
seguire, il pesante demansionamento di chi opera in prima linea. Ribadiamo lo stato di agitazione e, non avendo lo stesso sortito alcun risultato nemmeno con l’intervento del prefetto, chiamato a dirimere le problematiche del contenzioso, le iniziative a tutela dei diritti dei lavoratori.saranno
inasprite, continuando senza sosta verso la Regione”. Con queste richieste: “L”equiparazione stipendiale, non essere più figli di un Dio minore, la stabilizzazione dei precari e l’assunzione immediata del personale mancante”.











