Linee minimal, struttura in metallo, sedute in legno e una copertura a listelli che lascia passare sole, pioggia e vento. Le nuove pensiline sparse un po’ ovunque in città, da via Roma al Parco Nervi, passando per Piazza degli Arcipelaghi e il lungomare del Poetto, sono in linea con il moderno design urbano, ma non convincono affatto sul fronte dell’utilità. Molti si chiedono quale sia la loro reale funzione: lì dove servirebbe un riparo dal sole estivo o dalla pioggia, come al Poetto, ci si ritrova invece sotto una copertura forata, fronte mare, che di ombra ne concede poca o nulla. E i commenti sui social si moltiplicano, sottolineando anche la mancanza di verde: “Zero verde e zero alberi per potersi riparare dal sole, solo una grande distesa di cemento, alla faccia del green”. C’è chi punta il dito sulle scelte progettuali: “Se si preferisce una pensilina a un albero per fare ombra in una zona sottoposta a vincolo mi arrendo”, o ancora, a Marina Piccola, “qualche vaso sbertucciato a fianco, pieno di sterpaglia rinsecchita al posto di rigogliosi rampicanti”. Non manca la critica diretta all’amministrazione: “Vorrei capire l’utilità, il design così raffinato andrebbe unito almeno al 1% di senso logico, specie per una pensilina destinata a chi aspetta il bus”. Il bilancio, per molti cittadini, è impietoso: funzionalità zero, ombra zero, in nome di un’estetica che non trova consensi e anzi alimenta la rabbia di chi, sotto quelle strutture, cerca invano un vero riparo.










