L’occasione sembra ghiotta: le aziende cercano e allora ci si propone. Colloquio faccia a faccia, una primissima conoscenza generale, poi la speranza è di ricevere, nei prossimi giorni, una telefonata. Pienone alla fiera di Cagliari per la due giorni del “Sardinian job day”, l’evento promosso dall’agenzia regionale Aspal.
Tanti i mini spazi occupati da questa o quella realtà lavorativa – hotel, centri per la cura della persona, società di sicurezza e tante altre – e migliaia di cagliaritani e sardi in paziente fila, aspettando il proprio turno col curriculum vitae tenuto bello stretto tra le mani. Pochi minuti a testa, giusto quattro chiacchiere che, però, possono fare la differenza. La speranza di venire ricontattati per una conoscenza più dettagliata e per un possibile inserimento lavorativo è altissima.
E, nella Sardegna dei tanti, troppi disoccupati, a spiccare non sono i 18enni disposti a entrare già nel mondo del lavoro come camerieri o semi apprendisti. No, sono i 40enni, single o sposati e con figli, che cercano il “miracolo” tra i padiglioni della fiera.











