Cagliari, a Sant’Avendrace alberi e arbusti buttati giù, “erano l’habitat di pappagalli e ricci”. I residenti del condominio attiguo all’area verde insorgono: “Purtroppo poco è sopravvissuto e quello che resta è ancora gravemente minacciato”. La preoccupazione parte da alcuni residenti dello stabile situato al numero civico 59 che hanno constatato e contestato i lavori di verde pubblico inerenti all’area “attigua al nostro condominio, il 29 novembre”. Una zona non comune, si trova immersa nella storia di un quartiere che racconta l’importanza del passato riemerso: tra scuole, uffici, attività commerciali e palazzi spuntano importanti testimonianze, come la tomba dei pesci, e altre cavità sfruttate da chi ha dimorato nel luogo secoli fa. “Il giardino, confinante con parte delle grotte facenti parte il comprensorio di Tuvixeddu, esiste dagli anni 50, ed ha sempre costituito, seppur finora di proprietà privata, beneficio, sia paesaggistico che pratico (soprattutto nel periodo estivo la presenza di piante ed alberi aiuta infatti molto a mitigare le alte temperature, oltre a contribuire a ripulire l’aria) per tutto il palazzo e quelli limitrofi, in una zona, quella di Sant’Avendrace, in cui purtroppo di verde pubblico non ne è presente moltissimo, e quello esistente andrebbe quindi a maggior ragione preservato gelosamente” spiegano alcuni condomini.
“Il giardino è oggetto di decreto di occupazione dal Ministero della Cultura (Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio), con lo scopo di salvaguardare le strutture archeologiche sottostanti e rendere fruibile dal pubblico la “Grotta dei pesci”. Nell’ottica di questo, la proprietà dell’aerea si è sempre resa assolutamente disponibile e collaborativa, raccomandandosi, a più riprese che fosse garantita la miglior tutela della vegetazione esistente, e dove si fosse reso inevitabile lo spostamento di alcune piante, rendendosi disponibile a discutere una modalitá condivisa (sostenendo ove necessario anche parte delle spese) affinché queste fossero trasferite in altra zona del giardino o invasate. Tutto questo però non è stato rispettato, perché in data giovedi 29 Novembre, in totale spregio di quanto bonariamente discusso, l’impresa di giardinaggio incaricata dalla Soprintendenza ha ripulito parte dell’ area abbattendo indistintamente anche alcuni alberi da frutto. Nel giardino erano presenti, come detto, alberi da frutto (limoni, mandarini, mandaranci, fichi), oltre a tutta una serie di arbusti tipici della macchia mediterranea, come lentisco, ginepro, artemisia, elicriso, mirto e molto altro. L’azione di disboscamento è avvenuta senza la minima preoccupazione per il fatto che questi alberi e piante, oltre ad avere un valore ambientale, rappresentavano anche un ben preciso ecosistema, che da anni costituisce l’habitat anche di una fauna selvatica, come ricci, pappagalli, e altre specie, e come tale ulteriormente da tutelare”. Non solo, chi segnala l’accaduto aggiunge: “Purtroppo poco è sopravvissuto alla poca cura e attenzione, e quello che resta è ancora gravemente minacciato. Ci auspichiamo che lo scempio possa non protrarsi oltre, e che tutte le piante sopravvissute nell’area vengano tutelate da subito e in futuro, qualunque sarà la destinazione dell’area”.










