Cagliari, donna anziana con la polmonite in attesa da ore al pronto soccorso, il figlio: “Un mese e mezzo fa abbiamo dovuto attendere 13 ore per lo stesso problema e la situazione era peggiorata”. Da quanto racconta l’uomo avrebbe chiesto, senza successo, che il genitore fosse ospitato all’interno del nosocomio per evitare l’aria condizionata della sala d’attesa e la seduta non particolarmente comoda per la malata.
È accaduto al punto di accesso di primo soccorso e a spiegare quanto accaduto è Alessandro Meloni: “Mia madre, settantacinquenne, è febbricitante e con una polmonite in corso. Siamo qui dalle 10 del mattino e attualmente sono le 15.20. Potrebbe sembrare poca roba ma c’è da dire che già poco più di un mese e mezzo fa ci eravamo ritrovati qui sempre per lo stesso motivo e avevamo fatto una fila di 13 ore prima di essere visitata. Era stata ricoverata per tre settimane e dimessa con dimissione protetta (il 4 agosto) perché non completamente guarita e con terapia da concludere a casa. La polmonite non è guarita del tutto nonostante le terapie domiciliari siano state fatte con scrupolo. Adesso ci ritroviamo a dover affrontare lo stesso calvario dell’altra volta con una donna anziana, con polmonite buttata in una sala d’attesa fredda e con panchine per niente confortevoli. L’altra volta le 13 ore di attesa avevano peggiorato le sue condizioni. A niente son servite le mie richieste di farla almeno accomodare dentro in una situazione più consona alla sua età e alle sue condizioni. Mi sembra che sia il caso di mettere in luce tale situazione perché mia madre non è l’unica a subire questo trattamento”.
È accaduto al punto di accesso di primo soccorso e a spiegare quanto accaduto è Alessandro Meloni: “Mia madre, settantacinquenne, è febbricitante e con una polmonite in corso. Siamo qui dalle 10 del mattino e attualmente sono le 15.20. Potrebbe sembrare poca roba ma c’è da dire che già poco più di un mese e mezzo fa ci eravamo ritrovati qui sempre per lo stesso motivo e avevamo fatto una fila di 13 ore prima di essere visitata. Era stata ricoverata per tre settimane e dimessa con dimissione protetta (il 4 agosto) perché non completamente guarita e con terapia da concludere a casa. La polmonite non è guarita del tutto nonostante le terapie domiciliari siano state fatte con scrupolo. Adesso ci ritroviamo a dover affrontare lo stesso calvario dell’altra volta con una donna anziana, con polmonite buttata in una sala d’attesa fredda e con panchine per niente confortevoli. L’altra volta le 13 ore di attesa avevano peggiorato le sue condizioni. A niente son servite le mie richieste di farla almeno accomodare dentro in una situazione più consona alla sua età e alle sue condizioni. Mi sembra che sia il caso di mettere in luce tale situazione perché mia madre non è l’unica a subire questo trattamento”.










