Trentotto giorni chiusa in casa, in attesa dell’esito del tampone dal 24 ottobre. È questa, in estrema sintesi, l’odissea che sta vivendo una dodicenne di Cagliari. La febbre il dieci ottobre, la telefonata della madre alla pediatra e la segnalazione all’Ats. Poi, il tampone, eseguito il penultimo sabato di ottobre. E l’attesa per l’esito, che non arriva. La donna, una 45enne, ha scritto alla nostra redazione una lettera dove ripercorre tutta la situazione. Ieri ha anche inviato l’ennesima email all’Ats, chiedendo lumi. Nessuna risposta. Ecco, di seguito, il suo racconto.
“Mi chiamo Marcella V., ho 45 anni. Sono la mamma di una dodicenne, da 38 giorni è rinchiusa in casa per via della febbre durata due giorni, esattamente dal 10 ottobre. Il 24 ottobre viene fatto il tampone segnalato dalla pediatra, oggi è il 18 novembre e non abbiamo avuto nessun esito del tampone. Ho mandato email dal 27 ottobre a oggi e nessuna risposta, solo “Signora, ci mandi la data di nascita di sua figlia”. Ho mandato di nuovo l’email e silenzio assoluto, chiamo al numero 0706091, mi rispondono dicendo che loro hanno tanti casi ma non sono loro a darmi l’esito e che probabilmente mia figlia dovrà fare un altro tampone, se il primo sarà perso. Mi hanno dato altri numeri 0706096651/52/53: niente, sempre linea occupata o riagganciano la cornetta. Mi hanno contattato dalla scuola, mia figlia non potrà rientrare se non avrà il nullaosta dalla pediatra. Lei continua a perdere le lezioni, proprio abbandonata: noi possiamo uscire ma mia figlia non può rientrare a scuola. Sono andata in farmacia e chiesto se è possibile attivare la tessera sanitaria per l’esito, e a sorpresa non risulta l’esito. Ora, mi chiedo: tutti hanno esiti dopo dieci giorni, perché mia figlia in 38 giorni che sta a casa non risulta? Ho provato a chiamare pure il sindaco ma nessuno risponde. Non so più a che santi rivolgermi, siamo agli arresti senza aver fatto reato”.








