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Un cancello, sbarrato da tre anni, e tantissimi clienti persi. Succede a Cagliari, fuori dal cimitero di San Michele: “Uno degli ingressi del camposanto non viene più aperto, prima le persone passavano davanti alla mia attività per comprare i fiori”, racconta Domenico Logiurato, fioraio dal 1999, “gli affari sono a picco, ho subìto un calo del sessanta per cento. Quasi nessuno passa più, ho fatto petizioni e raccolto firme, ma nulla”. Un bel colpo per chi campa e dà da lavorare “ad altre cinque persone” e si ritrova poi, sul groppone, mazzi di rose, gladioli, crisantemi e tulipani. E, con la crisi galoppante, non si scappa dal capitolo “sconti”.
“Tutti li chiedono, quando posso lo faccio anche se, acquistando fiori coltivati in Sardegna, i miei prezzi sono comunque bassi. Dotarci tutti di chioschi? Non sono d’accordo, serve molto spazio per posizionare i fiori e i vasi”.