Il Brotzu è una pentola a pressione già mezzo esplosa. L’esplosione totale avverrà, salvo miracoli, dopo il 18 ottobre, quando ci sarà il faccia a faccia tra l’assessore regionale della Sanità, Armando Bartolazzi, e i lavoratori. I soldi in arrivo non sarebbero sufficienti e l’impegno dell’esponente della Giunta Todde potrebbe rivelarsi vano. Chi conosce bene tutti i meandri del più grosso ospedale sardo, anzi, segna già come sicure la protesta e lo sciopero. Lo stato di agitazione ha già fatto saltare decine di interventi aggiuntivi, i cosiddetti “extra”, e da novembre rischia di fermarsi pure l’elisoccorso.
Intanto, la Uil, con i suoi tre segretari della sanità pubblica Fabio Sanna, Massimo Marceddu e Aurelia Orecchioni, ha mandato un sos, ennesimo a Bartolazzi e a tutti i consiglieri regionali. Oggetto: “Basta precariato tra il personale sanitario regionale. Concetti o espressioni nel panorama sanitario come overbooking, sold out, collasso, emergenza e precariato, sono di uso quotidiano tra i mass media e non solo. È noto che il sistema sanitario a livello nazionale e la regione Sardegna non è da meno, sta attraversando momenti turbolenti per molteplici ragioni di indubbia complessità. Con la presente”, così Sanna, Marceddu e Orecchioni, “intendiamo sollecitare con forza ai decisori politici la grave e persistente carenza di personale sanitario e sociosanitario in tutto il territorio regionale,che sta generando gravi criticità nei vari servizi e unità operative. Nello specifico, in diverse aziende sanitarie del nostro territorio regionale sono presenti diverse graduatorie concorsuali e di stabilizzazione che tardano a scorrere , se non addirittura ferme , e allo stesso tempo diversi lavoratori, ad esempio assunti con contratti Covid, che avrebbero i requisiti per la stabilizzazione, ancora fermi al palo, ma c’è di più. Sempre su tutto il territorio regionale, a macchia di leopardo, sono presenti lavoratori, soprattutto Oss, che non sono inseriti in nessuna graduatoria concorsuale o di stabilizzazione, con contratti in scadenza nei prossimi mesi, lavoratori che rischiano di diventare disoccupati, e per i quali la risposta a giudizio della scrivente non sono certo i cantieri occupazionali. Davanti ad una situazione drammatica di questa portata nel panorama sanitario regionale, non possiamo permetterci di perdere queste professionalità a scapito dell’assistenza dei pazienti”. Ed ecco le richieste-urgenze: “Lo scorrimento di tutte le graduatorie in essere, procedere celermente con le stabilizzazioni di tutte le figure professionali, prorogare al 2025 quei lavoratori fuori graduatoria che si trovano col contratto in prossima scadenza”.










