Il capoluogo sardo potrebbe uscire presto dal “silenzio” sulla questione delle rinnovabili e delle aree idonee e non idonee. La voce del Consiglio comunale e quella del sindaco viene evocata, con una interrogazione ufficiale, da parte del consigliere di Civica2024 Giuseppe Farris. Farris pone prima di tutto l’accento “dubbioso” sulla richiesta inoltrata dall’assessore regionale Francesco Spanedda a tutti i sindaci sardi: “Chiede la definizione delle aree idonee ma, a mio avviso, la richiesta si fonda su un duplice presupposto errato. In primo luogo, non considera che la stessa Regione, con una deliberazione del 2015, ha dichiarato non idoneo il 98,8% dell’intero territorio
isolano, in considerazione dell’insistenza di vincoli ambientali, del paesaggio e del patrimonio storico artistico, e successivamente il Tar ne ha accertato la legittimità”.
Inoltre, Farris ricorda anche che “la nota dell’assessorato regionale sfugge alle prescrizioni dello stesso decreto ministeriale 236/2024 che, sostanzialmente, detta la disciplina per l’individuazione delle aree idonee e
impone alle Regioni di tener conto (fra l’altro) delle emergenze di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio, delle aree agricole e forestali, della qualità dell’area e dei suoli idrici, privilegiando l’utilizzo di superfici di strutture edificate, quali capannoni industriali, artigianali,
artigianali, per servizi e logistica”. Da qui l’impossibilità, per un Comune, di superare una delibera regionale attuativa di legge regionale. L’occasione comunque è buona per sapere da Zedda “le determinazioni che intende assumere e in particolare se voglia confermare le aree non idonee alla stregua della deliberazione regionale del 2015 e acquisire il parere del Consiglio comunale”.













