Raimondo Corrias titolare di uno dei bar più antichi e longevi di Cagliari in via San Benedetto, caffè Vienna per l’esattezza, in vacanza “forzata” per principio: “Si creano file e assembramenti per un etto di prosciutto o per comperare un tubo, perché il caffè invece non lo si può consumare al bar con le giuste precauzioni?”.
Sino al 6 gennaio le serrande rimarranno abbassate, nemmeno un caffè d’asporto e tanto meno a domicilio, lo storico barista racconta a Radio CASTEDDU il perché: “Da buon barista, sono molto arrabbiato: per tanti giorni ho controllato il flusso dei clienti nel mio locale e qualche volta anche con difficoltà adesso io come barista e i miei colleghi ristoratori siamo visti quasi come il veicolo di contagio. Serranda abbassata totale, niente asporto perché ritengo che il bar è anche convivialità; a parte che dal punto di vista economico è sconveniente, ma anche dal punto di vista umano lo vedo lontano dalle mie corde”.
A livello economico gli affari sono in calo e gli aiuti da parte del governo sono arrivati “ma una cosa irrisoria rispetto al volume di lavoro che generiamo giornalmente, ma meglio quello che niente. Ci sono categorie che stanno molto peggio.
Ma non è questo il problema principale: ” Si può comprare un tubo, un etto di prosciutto anziché un caffè. La chiusura porterà delle perdite importanti, ma sento che devo fare così, è una sorta di protesta. Lavorerei con il malumore, non sarei la persona di sempre per i miei clienti e questo non va bene”.








