Continua il botta e risposta fra Alessandra Zedda, ex assessora regionale del Lavoro e attuale consigliera comunale della Lega, e l’attuale titolare dell’assessorato Desirè Manca. La Zedda ha sollevato il problema di alcune anomalie nelle procedure del bando STA.BILE, invitando l’assessorato a ritirarlo e ripubblicarlo. A stretto giro la replica della assessora della giunta Todde, che nello stile tipicamente sopra le righe della comunicazione a 5 stelle, ha gridato alla strumentalizzazione da parte dell’ex collega, addossando anche parte delle responsabilità a chi l’ha preceduta. Ma la Zedda non ci sta e interviene ancora sulla questione.
“Definire strumentali le critiche di fronte a un bando palesemente mal gestito è un modo comodo per non assumersi responsabilità. Ma dopo quasi due anni alla guida dell’assessorato al Lavoro, continuare a dare la colpa a chi c’era prima non è più credibile. È semplicemente inaccettabile”, dice Zedda. “Ogni volta che emerge un problema la risposta è sempre la stessa: scaricare il barile su chi ha preceduto, come se nel frattempo non ci fosse stata un’attività di governo, di indirizzo politico e di controllo amministrativo. Ma l’assessora Manca governa questo assessorato da quasi due anni: se qualcosa non funziona oggi, la responsabilità è sua”.
“È paradossale – incalza Zedda – che si ammettano criticità tecniche, incongruenze procedurali e persino l’ipotesi di un ritiro in autotutela del bando, e allo stesso tempo si liquidino come strumentali le osservazioni di chi segnala problemi reali che stanno penalizzando imprese e lavoratori. Questa non è trasparenza, è deresponsabilizzazione”.
“Il richiamo a precedenti lontani nel tempo – aggiunge Zedda – non assolve chi oggi ha il dovere di garantire bandi chiari, procedure coerenti e parità di trattamento. Se il sistema informatico non funziona, se le regole non sono allineate tra Avviso, FAQ e piattaforma, non è un alibi: è un fallimento dell’azione amministrativa e politica”.
“Qui non c’è nessuna polemica – conclude Alessandra Zedda – ma una richiesta sacrosanta di serietà istituzionale. Governare significa decidere, correggere, assumersi la responsabilità degli errori, non rispondere con arroganza a chi chiede chiarezza. Continuare a minimizzare e attaccare chi solleva criticità significa solo aumentare la sfiducia verso le istituzioni. E questo, per la Sardegna, è davvero roba da matti”.
“Il richiamo a precedenti lontani nel tempo – aggiunge Zedda – non assolve chi oggi ha il dovere di garantire bandi chiari, procedure coerenti e parità di trattamento. Se il sistema informatico non funziona, se le regole non sono allineate tra Avviso, FAQ e piattaforma, non è un alibi: è un fallimento dell’azione amministrativa e politica”.
“Qui non c’è nessuna polemica – conclude Alessandra Zedda – ma una richiesta sacrosanta di serietà istituzionale. Governare significa decidere, correggere, assumersi la responsabilità degli errori, non rispondere con arroganza a chi chiede chiarezza. Continuare a minimizzare e attaccare chi solleva criticità significa solo aumentare la sfiducia verso le istituzioni. E questo, per la Sardegna, è davvero roba da matti”.










