Si chiude così, con il gran botto finale, la rassegna “Il lunedì letterario”, una serie di eventi che si sono tenuti presso la biblioteca da ottobre a dicembre. Una kermesse che ha coinvolto centinaia di persone e che, come atto conclusivo, regala la presenza della psicologa e criminologa Roberta Bruzzone, ben conosciuta anche grazie agli innumerevoli interventi nelle trasmissioni televisive più seguite, la quale è riuscita a catturare l’attenzione del grande pubblico sulla triste tematica della violenza di genere, approfondendo, in maniera semplice, diretta, coinvolgente e spietata, l’aspetto che precede l’atto fisico, quello conclusivo, della violenza che, come racconta la cronaca, termina nel sangue, nel modo più drammatico che possa esistere. L’assessora alla Cultura Jessica Mostallino: “L’evento della Dott.ssa Bruzzone si colloca a chiusura di questa rassegna.
La scelta di ospitare questa autrice si colloca all’interno di un percorso iniziato da tempo, dai tempi della prima amministrazione Puddu, e prosegue con le iniziative proposte per la passata celebrazione della giornata internazionale contro la violenza sulla donna.
Riteniamo che il problema della violenza di genere non possa essere portato all’attenzione solo quando accadono specifici fatti di cronaca ma sono necessarie azioni mirate ad educare, a cercare di fare cultura sul tema a partire dalle nuove generazioni.
Questo abbiamo cercato di fare con le iniziative passate e questo continueremo a fare. La Dott.ssa Bruzzone e’ una professionista, un personaggio che catalizza l’attenzione sul tema e che ha molto seguito”.
“Favole da incubo, viaggio nella manipolazione affettiva mortale” è il titolo dal quale partirà Bruzzone per spiegare ciò che accade nel sadico e micidiale vortice psicologico nel quale si viene risucchiati, se si ha la sfortuna di incappare in una relazione tossica. E nessun termine, se non “favole” è più appropriato: già, perché inizia tutto sempre come nelle storie più belle, quelle che si leggono nei romanzi che mai passano di moda, che fanno sognare, che riempiono il cuore di felicità e lo fanno battere come mai era accaduto in passato. Un bombardamento d’amore che annienta le difese umane, quelle dei sentimenti come quelle fisiche, chimiche, a livello, proprio cerebrale. Una droga, insomma, senza la quale sembra impossibile vivere. Invisibile agli occhi e al cuore, ha inizio la manipolazione, le fasi in cui l’aguzzino di sentimenti mette in atto comportamenti “strani”: troppa gelosia, malumori, silenzi, innesca dubbi nella vittima, la colpevolizza per poi riprenderla come e quando vuole, con gli stessi atteggiamenti da principe azzurro, quelli che l’hanno fatta cadere nella trappola. Si alternano i momenti felici con quelli da dimenticare, in cui si passa dall’amore all’odio, dai baci e le carezze agli insulti e ai primi atti violenti, fisici. La violenza psicologica, infatti, è già in atto, consuma la vittima, pian piano, che viene prosciugata, gettata nella fossa dei leoni inerme, pronta per essere sbranata. Perché oramai, priva di forze, è paragonabile alla metafora della “rana bollita”, che quando si accorge di essere prossima alla fine non ha più la forza di salvarsi. Capire cosa spinge un essere umano a stare vicino a chi fa tanto del male è quasi impossibile, solo chi è stato all’inferno ed è sopravvissuto può cogliere le sfumature più profonde e, grazie a professionisti come Roberta Bruzzone, arricchisce ancor più la consapevolezza del cortocircuito mentale che l’ha inghiottita e la voglia di comunicare agli altri le tattiche della trappola sentimentale, al fine di scongiurare che la stessa sorte capiti anche ad altre persone. Prevenire è meglio che curare, insomma, poiché anche se si sopravvive fisicamente, la rinascita interiore è lunga e difficile e mai niente sarà, poi, più come “prima”.
Chi sono, come pensano e come agiscono gli uomini che uccidono le donne? Si tratta di uomini apparentemente molto diversi tra loro, con un fattore in comune: l’uccisione di una donna che considerano di loro proprietà. Partendo da questo filo conduttore si analizzeranno, dunque, gli aspetti più importanti e allarmanti per “intervenire in tempo per fermare l’escalation” e “innescare quel profondo cambiamento culturale che può mettere fine una volta per tutte alla violenza sulle donne”.
Appuntamento il 1° febbraio, alle ore 18,30, presso l’aula consiliare.











