È accaduto qualche giorno fa nella caletta isolata: una passeggiata come tante altre assieme al suo papà ma ad un certo punto spunta la tartaruga con una pinna legata. Intrappolata nella sporcizia del mare, causata dall’essere umano incivile: sarebbe morta tra atroci sofferenze ma sono arrivati loro, i suoi salvatori. Il bimbo piange, capisce che l’animale sta soffrendo, dice al padre “chiamiamo la capitaneria”. Ma il telefono non prende. Taglia allora la fune, la srotola dalla pinna e la prende in braccio: troppo brutto però il mare in quel punto. Una lunga camminata con la pesante tartaruga in braccio che nemmeno si dimena: forse ha capito le buone intenzioni. Alla fine papà e figlio raggiungono un punto dove il mare è pulito e calmo, mettono in acqua la tartaruga che inizia a nuotare verso il largo. Le lacrime del bambino si trasformano in gioia, un pianto liberatorio per quella tartaruga che temeva morisse.
Il papà per tutto l’intervento ha tentato di rasserenare il figlio e allo stesso tempo gli ha insegnato l’amore verso ogni specie vivente. Le immagini di questo salvataggio hanno fatto il giro del web e i due protagonisti sono diventati eroi: un gesto semplice ma non scontato, una lezione di vita che include il rispetto verso l’ambiente e la dimostrazione di quanto l’inquinamento sia un pericolo costante per la fauna e la flora anche del meraviglioso mondo marino.













