Capoterra, sei anni dopo l’alluvione che strappò la vita a quattro persone, distruggendo case e strade, ancora proteste per chiedere la messa in sicurezza del territorio. Oggi sit sotto il Consiglio regionale e uno striscione con su scritto “Sciopero Capoterra, alluvione 2008: +6”. A promuoverlo il comitato “Capoterra: solidarietà pari dignità”, per sottolineare l’assenza delle istituzioni sul piano della ricostruzione. “Vogliamo vedere le ruspe al lavoro – spiega Carlo Carcangiu, presidente del comitato – solo allora saremo più tranquilli”.
La preoccupazione rimane, soprattutto dopo quanto successo a Genova. “Ci avevano rassicurato- sottolinea Carcangiu – che eventi come quello di Capoterra capitano una volta ogni mille anni. E invece, a distanza di tre anni, abbiamo visto cosa è successo a Genova”. Per quanto riguarda il territorio di Capoterra finora ci sono state solo promesse, ma nessun intervento concreto. “Dopo l’alluvione – aggiunge Carcangiu- erano arrivati subito i soldi per le famiglie, ma quello che serve ora è mettere in pratica il progetto di messa in sicurezza per evitare che il disastro a cui abbiamo assistito nel 2008 si verifichi di nuovo”.
Non placa le preoccupazioni il provvedimento preso nei giorni scorsi dal Presidente della Regione Francesco Pigliaru, che, come Presidente e “Commissario straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico”, ha firmato l’ordinanza che approva il progetto definitivo per la sistemazione idraulica del Rio San Gerolamo – Masone Ollastu, gli interventi di ricostruzione delle opere pubbliche nelle località di Poggio dei Pini e in altre frazioni di Capoterra. E lo spostamento di una linea elettrica che interferisce con l’avanzamento dei lavori volti a ripristinare le condizioni di sicurezza per il territorio e la gente di Capoterra. Per i lavori c’è un finanziamento di oltre 11 milioni di euro. Da parte degli abitanti di Capoterra la speranza che, dopo sei anni, questa sia la volta buona.













