“Quando ho conosciuto la mia compagna era già all’interno della gestione dei centri di accoglienza e mi risultava che la cooperativa fosse virtuosa. Successivamente venni a sapere che c’erano ritardi negli stipendi. Ho commesso una leggerezza. Avrei dovuto improvvisare visite per verificare. Bene hanno fatto i lavoratori a rivendicare il loro diritto”. Il cerchio si stringe intorno ad Aboubakar Soumahoro che fra mezze ammissioni e scuse accennate inizia a vedere la terra parlamentare franargli sotto i piedi, dopo aver rivendicato il “diritto al lusso” della sua compagna. “Non sapevo nulla. Se fossi stato a conoscenza di una eventuale indagine sulle cooperative gestite da mia suocera non mi sarei neanche candidato per come sono fatto”, ha aggiunto il parlamentare, che si è autosospeso, o meglio è stato costretto a farlo dal gruppo Verdi-Sinistra alla Camera ma non dalla carica di deputato.
Intanto spuntano cifre esorbitanti andate alle coop di famiglia: circa 65 milioni in 20 anni. Andato in crisi il sistema di accoglienza di migranti africani, moglie e suocera di Soumahoro si sono tuffate nel business dell’accoglienza agli ucraini.
“Mi sento nell’angolo e da quell’angolo ho fatto quel video e chiedo scusa a tutte le persone che mi conoscono per quelle lacrime. Ho sempre vissuto la vita con passione, con sentimento e umiltà, ma quelle erano lacrime espressione intima di debolezza umana”, ha poi detto a proposito del video in lacrime. “Possono abbattermi ma probabilmente cercherò di rialzarmi. Ho chiesto scusa e continuo a chiedere scusa per essere stato poco attento a ciò che accadeva a casa, mentre giravo per il Paese”.













