C’è la via Roma chiusa nel lato portici e a un passo il paradosso: da circa un mese i lavori della metropolitana leggera sono fermi, ingabbiano soltanto l’aria senza operai al lavoro, e gli automobilisti impazziscono. C’è il lento remake di viale Trieste, in arrivo anche un cantiere al Poetto e (forse) in quel viale Sant’Avendrace indegnamente abbandonato da 18 mesi. La Cagliari di Paolo Truzzu, in corsa elettorale sia per restare sindaco che forse come candidato governatore, è letteralmente una città “spaccata”. Lo è un po’ meno nelle opinioni, che sono quasi tutte negative: tra i ristoratori e i baristi della Marina l’umore è nerissimo, più nero dei caffè che sgorgano per le centinaia di turisti già presenti in città che si guardano attorno, tra aliga e realtà. E fotografano topi, blatte e sporcizia.
Certo neanche il più cervellotico ingegnere avrebbe immaginato tanti cantieri aperti nel capoluogo tutti insieme, senza una logica vera, se non quella di intasare le auto per cercare di portare voti al primo cittadino, in fase di popolarità decrescente, tanto che prima o poi anche Giorgia Meloni dovrà guardare i sondaggi e riflettere. Truzzu non ha mai legato davvero con la sua città, al contrario di Zedda che fu spesso discusso ma che con le pedonalizzazioni, le rotatorie, il nuovo Poetto e il restyling di via Roma e via Garibaldi giocò carte da sicura vittoria. E rivinse al primo turno. Senza paralizzare Cagliari.
Ma è veramente incredibile che il cantiere della metropolitana, opera di cui si parla dai tempi di Soru in Regione, sia davvero fermo da un mese penalizzando i cittadini in questo modo. Esempio all’italiana di mala burocrazia: non c’è accordo sui soldi tra la ditta esecutrice dei lavori, l’Arst e la Regione. Sul denaro, come sempre, si gioca la pelle e anche la sicurezza dei cagliaritani, con incidenti spesso gravi e mortali che stanno diventando la regola anche a causa del traffico super intenso.
Il genio che aveva voluto tutti i cantieri aperti appassionatamente non aveva fatto i tempi col blocco dell’unica opera realmente fondamentale per i trasporti pubblici, la famigerata metropolitana leggera sino a piazza Matteotti, la piazza dove nel frattempo stanno per iniziare altri lavori ancora. Poco importa se arriveremo tardi al lavoro o se i nostri figli perderanno la scuola, mentre si attende il taglio con gli sconti sui bus. D’altronde alle figuracce il Comune di Truzzu è abituato: il caso di viale Sant’Avendrace è lampante e clamoroso. Tre anni fa il referendum con i residenti, vince l’idea del senso unico. Partono i lavori, poi magicamente tutto si ferma: un anno dopo si scopre che nel progetto i bus di Ctm e Arst non pasavano insieme, si sarebbero scontrati in strada o con le auto. Aladino, a questo, non ci aveva pensato. E così si ferma tutto. E i commercianti chiudono, uno dopo l’altro, mentre in strada restano transenne, recinti e vergognosi detriti.
La Cagliari del 2023 ha un caos stradale che rispecchia i pensieri confusi di Aladino, il genio che diceva “ora gli faccio vedere io, come cambia Cagliari”. E poi, davvero piacerà quella foresta urbana che toglierà la vista del mare a chi passeggia nei portici, oggi semi deserti, di via Roma? A proposito, che fine ha fatto il progetto del tunnel? E dove sono finiti i parcheggi, che continuano a diminuire mentre la nuova giunta non è riuscita a riaprire nè quelli di via Caprera nè quelli di piazza Nazzari, dove tra poco si stabilirà il mercato per altri lavori? L’assessore Mereu non aveva promesso nuovi parcheggi? Dove sistema l’auto chiunque arrivi a Cagliari di venerdì e sabato sera verso le 21? Provate a fare un giro per credere. Aladino accarezza la lampada, ma per ora i conti non tornano.









