La Sardegna in agonia si avvia al quarto mese di esercizio provvisorio di bilancio, ovvero di spesa bloccata se non in dodicesimi e solo per le spese ordinarie e necessarie, per esempio gli stipendi dei dipendenti regionali: per il resto niente da fare, anche per aprile non si possono fare investimenti e spese extra. La manovra finanziaria da 10 miliardi, che avrebbe dovuto essere approvata a dicembre scorso, è ancora un miraggio: a fine marzo siamo ancora all’inizio del suo percorso nelle commissioni del palazzo di via Roma. Non solo: contrariamente a quanto la maggioranza sperava, il centrodestra ha annunciato che non ne faciliterà il percorso in aula accelerando i tempi, tutt’altro. La giunta regionale guidata dalla 5 stelle Alessandra Todde, che ha voluto l’approvazione del commissariamento delle asl prima della manovra, ha approvato il quarto mese di esercizio provvisorio di Bilancio su proposta dell’assessore Giuseppe Meloni, vice della Todde.
Ma più che di una battaglia politica si tratta di un gioco delle parti: se la finanziaria non verrà approvata entro aprile, il consiglio regionale verrà commissariato, cosa mai successa finora e che, ovviamente, non accadrà neanche stavolta. Dopo le schermaglie d’ordinanza, gli improbabili Aventini e qualche trattativa su stanziamenti vari, la manovra avrà il suo via libera per scongiurare conseguenze che nessuno dei due schieramenti vuole.










