Lacrime per la morte di Antonio Cossu, se n’è andato a settant’anni il fondatore dello storico pastificio di Iglesias. I suoi ravioli e seadas sono venduti nei banchi frigo dei supermercati più gettonati e sono riusciti a sfondare, col tempo, anche oltre Sardegna. Cuore, anche imprenditoriale, a Iglesias, se l’è portato via nei giorni scorsi un brutto male contro il quale stava lottando da qualche mese. Il pastificio, che ha sempre portato il suo nome, è una delle realtà imprenditoriali sarde più solide: all’interno, infatti, ci lavorano decine di persone, ognuna col proprio prezioso e importante ruolo. La notizia della sua morte ha scosso prima di tutto loro e i suoi parenti, e poi anche i suoi tanti amici e colleghi.
Tra i tanti che lo ricordano c’è l’agente di viaggio di Quartu, Franco Turco: “Molti dei miei clienti sono amici. Alcuni molto amici. Ci si vede Anche dopo i viaggi. Si coltivano passioni comuni. E cosi con Antonio Cossu sia che fossimo nella casbah di Tangeri o nelle scogliere irlandesi, si parlava della attuale situazione politica, degli usi e costumi di quel paese. Ed alla fine voleva che gli facessi l’elenco dei piatti tipici del luogo. La sua parola preferita era “dove ci porti a mangiare stasera”. Lui che aveva fondato una delle piu grandi industrie agroalimentari sarde, il pastificio Cossu. Si faceva portare docilmente da me nei ristoranti di mezza Europa. Quest’anno avevamo fatto insieme Fuerteventura, Tangeri ed Atene. Nella gita a Lanzarote Si era innamorato della locale cooperativa dei pescatori. Per lui mangiare bene insieme ad i suoi amici e a quella roccia che aveva a fianco, sua moglie Susi, era il massimo della felicità. Oggi Antonio se ne è andato in punta di piedi. Pochi sapevamo che un brutto male lo aveva aggredito in meno di un mese. Anche se quei biglietti aerei che mi aveva fatto fare in fretta e furia per Verona non facevano presagire nulla di buono. Lo piange la sua famiglia, la sua Iglesias. Gli amici come me che hanno avuto la fortuna di conoscere la sua empatia ed il suo cuore buono. La Sardegna perde uno dei suoi figli migliori. Un uomo che era riuscito a fare impresa nel posto più difficile d’Italia. Ciao Antonio. Questa volta non viaggerai con me ma spero un giorno di rivederti”.












