Non era mai successo che Solinas mettesse una toppa allo strappo così rapidamente. Invece ieri, dopo solo poche ore dall’addio dell’ex assessore di Forza Italia, nonché sua vice, Alessandra Zedda, il presidente ha affidato le deleghe a Giuseppe Fasolino, assessore al Bilancio anche lui berlusconiano. Onorato per essere il secondo in capo, assicura che l’interim sarà breve e che presto si avrà un altro assessore e sottolinea il valore politico di aver affidato ancora agli azzurri la vicepresidenza. Il futuro? Meglio non pensarci, Fasolino dice che ora la priorità è concludere la legislatura.
Che si vada a elezioni anticipate è escluso. I consiglieri regionali faranno di tutto per restare nei banchi d’oro di via Roma e figuriamoci se nel nome di Alessandra Zedda e delle sue ambizioni presidenziali qualcuno sarebbe disposto a fare diversamente.
Scontato perciò che si arrivi a fine legislatura, ma a Solinas ora spetta decidere come: galleggiare e sopravvivere, come un po’ tutti lo accusano di aver fatto finora, oppure iniziare a remare per arrivare a febbraio 2024 con un po’ di risultati in cascina per la Sardegna, abbandonata a se stessa.
Il problema è che Solinas è ormai solo, silurato da alleati e membri del Partito sardo d’azione, mollato da Salvini nonostante la professione di fede dal palco di Pontida “Noi crediamo solo in Salvini”. Quella con i leghisti, che sembrava un’alleanza inossidabile, è già finita, e i consiglieri leghisti forti della scelta di Salvini che di Solinas non vuole più saperne, hanno iniziato a incalzarlo. Non va meglio all’interno del suo partito, dove il fuoco è sempre più incrociato: contestato fortemente, Solinas può contare solo su pochi fedelissimi.
Agli alleati non è piaciuto il continuo rinvio, dicono di sentirsi presi in giro, sul rimpasto: annunciato da un anno e mezzo, è sparito nel nulla, così come più nulla si sa di verifica e azzeramenti e agende politiche e stati generali.
I veri ostaggi di queste continue prove di forza di potere, sono i sardi, che alle regionali avevano acclamato il centrodestra con il 57% dei consensi. Che Solinas si ricandidi è escluso, perché ormai non ha più appeal sugli alleati, ma soprattutto perché il processo per abuso d’ufficio è un macigno troppo pesante, e in caso di condanna anche in primo grado farebbe finire immediatamente la legislatura.












