Il sindaco non ci sta: “La situazione è grave”. Mentre l’Amministrazione Comunale si trova fortemente impegnata ad evitare un dissesto finanziario, causato da una condanna di risarcimento per una causa espropriativa risalente a 40 anni fa, che metterebbe in ginocchio l’intera comunità, arriva una protesta “che trovo inopportuna per tempi e modi”.
Paese “trascurato” secondo alcuni, più sinergia di forze, in sintesi, per permettere a San Sperate di splendere nuovamente come ai tempi della rivoluzione dei murales che diede voce alle pareti delle case e delle vie e rese famoso in tutto il mondo il centro che parla attraverso l’arte.
In occasione di monumenti aperti è andata in scena una rappresentazione singolare che ha vestito a lutto alcune sculture e posizionato flebo in diversi punti del paese. Il sindaco Fabrizio Madeddu ha espresso, ancora una volta, le criticità che in questi anni incombono e richiama la cittadina a una collaborazione attiva, sinergica che da sempre ha contraddistinto il paese. “Sicuramente amministro un Paese che sta affrontando mille difficoltà. Un paese che faceva dello “scambio”, della “condivisione” e “l’unione” il proprio motto, prerogativa che mi pare stia perdendo perché alla fine alla base di queste proteste cosa c’è? Richiesta di soldi o di strutture pubbliche magari gratis”. Un debito di decenni fa che deve essere risarcito dal Comune con 5 milioni di euro più spese, “è difficile far “quadrare” i conti quando le risorse sono insufficienti in condizioni ordinarie figuriamoci quando si presentano situazioni straordinarie!! Un Sindaco e la sua Amministrazione vorrebbe fare sempre bella figura difronte ai suoi concittadini. Un Sindaco sarebbe felice del consenso dei propri concittadini. Consenso che arriva quando riesce a mantenere le strade e le piazze pulite e con l’erba sfalciata periodicamente!! In questo periodo storico, so per certo che non potrò godere di questo consenso. Di questo ne sono consapevole fin da quando ho accettato la candidatura a Sindaco. La priorità, in questo momento, è evitare che l’Ente vada incontro ad un dissesto finanziario”.
La situazione quindi è grave”. Rinunciare, insomma, con la consapevolezza “che accogliere i turisti, significa anche curare il decoro del paese attraverso azioni e stanziamento di risorse che ci consentirebbero di curare la pulizia delle strade, delle piazze, ci consentirebbero il recupero e la manutenzione dei murales e delle tantissime installazioni sparse per tutto il territorio.
Precisato questo, di questa protesta, “genericamente” associata ad alcuni Artisti e Associazioni Locali (sarebbe bello che però si firmassero) accetto le osservazioni rivolte all’Amministrazione Comunale. Concordo con la necessità espressa di richiamare al “senso civico” anche l’intera Comunità affinché essa ritorni ad essere la linfa e il motore trainante della ripresa artistica e culturale del nostro Paese. Credo sia importante, anzi, fondamentale, che in questa fase storica di difficoltà economica e di sacrifici tutti dobbiamo fare qualcosa in più. Lo deve fare l’Amministrazione ma anche le stesse Associazioni Culturali, Artisti e Cittadini, compresi coloro che hanno attuato questa protesta. Serve l’impegno dell’intera Comunità affinché il messaggio di Pinuccio, Artista e Padre, possa continuare a mantenersi fermo e costante nelle azioni e nelle idee del Paese Museo.
Mi domando se chi ha inscenato questa protesta, e lo ripeto ognuno fa quello che ritiene giusto ci mancherebbe, si renda conto di cosa significherebbe per il futuro del movimento culturale andare in dissesto? Limitazioni e restrizioni: limiti all’accensione di nuovi mutui, aumento delle aliquote e delle tariffe delle imposte e tasse locali e per finire tagli netti ad ogni contributo per la attività culturali e sportive…”.
L’obiettivo del Comune rimane sempre quello di riaccendere la luce dove ora è offuscata dalle difficoltà, “il nostro impegno è rivolto al futuro con questo obiettivo, e chi pensa di trovare vantaggio personale nel chiudere le porte alle richieste di aiuto da parte dell’Amministrazione Comunale, spero si ricordi al più presto degli insegnamenti di Pinuccio perché tutti dobbiamo avere maggiormente a cuore le sorti della Nostra Comunità” ha espresso Fabrizio Madeddu.
Non solo sculture in lutto, tra i protestanti c’è anche il comitato permanente a difesa del bosco Pixinortu: “Nella giornata dei monumenti aperti, 31 maggio, a San Sperate c’è grande movimento. Si allestiscono i punti tematici con guide e documentazione a disposizione dei numerosi visitatori. Allo stesso tempo un’iniziativa parallela, con delle installazioni artistiche di grande effetto, ci ricorda come la cultura e l’arte vadano curate perché sono la linfa di una intera comunità.
Tuttavia, è fondamentale ricordare che l’arte trova ispirazione dalla natura e da tutte le sue declinazioni. Numerose opere nel nostro paese lo testimoniano, dalle opere in pietra di Sciola, alla Croce della piazza dedicata alle vittime dell’alluvione, ai murales che ci raccontano la vita nei campi.
Nel giorno dei monumenti aperti, a San Sperate resta però chiuso il monumento naturale del Bosco di Pixinortu: la testimonianza di ciò che resta di un’antica foresta del nostro territorio.
Siamo arrivati a ridosso della terza estate dal taglio di oltre cento alberi. Da allora si sono succedute iniziative di sensibilizzazione da parte del Comitato a difesa del Bosco, con lo scopo di sollecitare una inversione di tendenza sulla gestione di un’area impropriamente chiamata parco cittadino.
Pixinortu è infatti un Bosco Naturale, e con una nuova progettualità l’intera area potrebbe diventare un laboratorio naturale per osservare come un Bosco cresce e si espande.
Dal 2023 si attendono soluzioni atte a restituire una risorsa ambientale tanto preziosa.
Oggi questo monumento naturale resta chiuso, nel silenzio di un’amministrazione che ha fatto grandi proclami in termini di recupero, spese e convenzioni con l’università.
Oggi laddove sono stati tagliati gli alberi il Bosco riprende il suo spazio, mostrando tutta la sua resistenza alle distruzioni della natura prima, e allo scempio dell’uomo dopo.
Tre murali oggi ci raccontano del Bosco, della sua bellezza, della sua sofferenza, della necessità di salvarlo. Le opere di Tellas e Crisa le trovate in via Arbarei 14, quella di Manu Invisible in via Sardegna 60 . Opere che gli artisti hanno regalato all’intera comunità di San Sperate”.












