“Sono sfruttata e sottopagata, ma orgogliosa del mio lavoro”

La storia di un’infermiera 27enne di Cagliari: “Non trascorro il Natale a casa da cinque anni. Commessi dei centri commerciali non lamentatevi per un Ferragosto al lavoro, basta vittimismo”


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Al lavoro a Natale, Capodanno, Pasqua e Ferragosto, e spesso con un solo giorno di riposo al mese. Ma nonostante tutto essere felice e orgogliosa della propria professione. È la storia di un’infermiera cagliaritana di 27 anni. “I turni sono massacranti – racconta – Mi sono ritrovata a smontare alle 22 e rimontare alle 6 del mattino, con un paio d’ore di sonno alle spalle. Stanca ma sempre felice di fare l’infermiera e di essere al servizio della vita degli altri”. E poi si rivolge ai commessi dei centri commerciali e supermercati che quest’anno dovranno lavorare anche per Ferragosto. “Non lo trovo necessario – dice – ma vorrei ricordare che il loro stipendio arriva anche da chi quel giorno deciderà di passarlo al fresco di un centro commerciale. Basta con questo vittimismo”.

Soddisfazioni e rinunce. “Dal 2010 non trascorro il Natale con la mia famiglia – spiega la giovane infermiera – Doppi turni, 16 ore al servizio di persone bisognose di cure, dove non basta passare a dare la terapia e rilevare i parametri, ma serve anche testa e cuore. Amo la mia professione ma posso assicurare che a Natale, mentre vado a lavoro, piango. Poi arrivo in ospedale e dico ‘bene ora per i miei pazienti sono il punto di riferimento’, allora mando giù il boccone amaro mentre indosso la divisa, e poi spazio a sorrisi e abbracci: la terapia non sono solo le medicine. Questo purtroppo è un lavoro sottopagato e sfruttato fino all’osso, ma alla fine di ogni turno massacrante sono orgogliosa e felice di essere un’infermiera”.

 


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