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Zone rosse a Capoterra, ben 36 gli edifici pubblici o di uso comune a rischio idrogeologico

di Valeria Putzolu
16 Gennaio 2023
in sulla-sulcitana, zapertura1

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Zone rosse a Capoterra, ben 36 gli edifici pubblici o di uso comune a rischio idrogeologico
Scuole, supermercati, parchi e le zone adiacenti ai corsi d’acqua presenti nel territorio sono off-limits se la natura si dovesse nuovamente ribellare ma  numerosi edifici e parcheggi saranno pronti a ospitare le persone evacuate e per prestare i primi soccorsi.
Non solo: un occhio di riguardo ai cittadini fragili, sinora sono state individuate 88 persone in grado di deambulare tramite ausili e 37 allettati, per cui il numero di soccorritori necessari all’evacuazione è di 287 unità. Inoltre una rete di collaborazione tra forze dell’ordine, locali e volontari saranno addette a sbarrare gli ingressi a rischio, tra i quali rientrano strade provinciali e ponti.
L’incremento del rischio negli ultimi anni non è tanto l’elevata presenza umana nel territorio, quanto il modo in cui è avvenuto l’insediamento, caratterizzato da una crescita dei centri urbani e da un’urbanizzazione della campagna che non hanno tenuto conto del funzionamento naturale della rete di dreno e dei corsi d’acqua.
Un documento ben dettagliato che precisa i rischi che il territorio presenta, i motivi e le modalità di comportamento in caso di un evento calamitoso.
Uno strumento fondamentale e fortemente voluto dal sindaco Beniamino Garau che, da poco, ha presentato il piano in consiglio comunale il quale è stato approvato e depositato. “Serve nel momento in cui noi convochiamo il Coc quando ci viene comunicata un’allerta arancione o rossa: con questo strumento possiamo immediatamente già organizzare le squadre di presidi nei vari punti sensibili, dove ci sono le case ad alto rischio idrogeologico e la protezione civile e le varie associazioni vanno a presidiare le zone evidenziate”. Questa è l’essenza, insomma, “dello strumento per poter mettere in atto, in maniera efficace, immediata e sicura, tutte quelle che sono le operazioni eventuali di prevenzione e soccorso durante le allerte”.
Ma cosa succede nel momento in cui sia necessario attivare il piano della protezione civile in caso di alluvione?
È bene specificare che il centro abitato principale è situato nella parte a nord del territorio, mentre numerose frazioni sono state edificate negli ultimi decenni soprattutto in prossimità della costa.
I principali corsi d’acqua sono Il rio Santa Lucia e il  San Girolamo, anche se notevole importanza riveste il reticolo secondario, soprattutto nei casi di emergenza di tipo idraulico.
Tanti i fattori atmosferici che che potrebbero scatenare un fenomeno che, come avvenuto diverse volte in passato, causerebbero situazioni di pericolo dovute alle piogge a carattere torrenziale. 
Da un’analisi svolta su base mensile delle serie storiche dei dati di pioggia degli ultimi 25 anni, si deduce che il valore tipico delle precipitazioni cumulate oscilla tra un minimo di 50 mm e un massimo di 200 mm.
Ma questo non è l’unico fattore influente: l’assetto idrografico è stato cambiato in seguito alla realizzazione dello sbarramento nel settore di Poggio dei Pini, costruito intorno al 1960, e di numerosi altri invasi di accumulo ad uso agricolo, spesso alimentati con canali di derivazione dal corpo idrico principale oppure costruiti in prossimità di tratti di alveo abbandonati dove hanno inoltre direttamente intercettato la falda freatica sottostante.
Si può osservare, inoltre, lo scarso contributo della rete idrografica naturale minore nella laminazione delle piene che dovrebbe avere la funzione di distribuire la portata di piena e di condizionare la modalità di propagazione della stessa.
Il territorio di Capoterra è storicamente soggetto ad eventi di pioggia intensi e critici. Si tratta di temporali che hanno portato distruzione e perdita di vite umane in tutta la vasta area del territorio comunale e che hanno mostrato quanto sia importante disporre di un piano per la gestione dell’emergenza che, a fronte di una lettura rapida dell’evento, consenta di mettere a punto una risposta ottimale e altrettanto rapida del sistema.
Va tuttavia precisato che la componente meteo non è il solo elemento che spiega la forte criticità di Capoterra; in effetti se è vero che il regime delle precipitazioni negli ultimi anni ha subito dei mutamenti con piogge sempre più brevi e intense e che, quindi, la pericolosità è vistosamente aumentata, è altrettanto vero che è cresciuta la vulnerabilità e, di conseguenza, il rischio a causa sia dell’elevata antropizzazione del territorio che delle modalità con cui questa è avvenuta.
Il territorio risulta infatti densamente popolato soprattutto nella parte più valliva dei corsi d’acqua dove le principali lottizzazioni si sono insediate andando a occupare le aree golenali dei tre corsi d’acqua principali che attraversano il territorio del comune: rio Santa Lucia, rio San Gerolamo e rio Masoni Ollastu.
Corsi d’acqua  che attraversano il territorio interessando, con i propri affluenti, il centro abitato e le diverse lottizzazioni a mare.  Le interferenze tra reticolo e viabilità rappresentano spesso i punti più critici da monitorare durante le varie fasi di allerta. 
Un occhio di riguardo meritano anche i tratti tombati che attraversano l’abitato per i quali sono state eseguite verifiche e individuate mappe di pericolosità e franchi idraulici. 
Gli scenari di evento considerati nella redazione del piano sono due:
 emergenza per inondazione dovuta al rio Santa Lucia e affluenti o causata dal rio San Gerolamo e da quello Masoni Ollastu, che non sono alternativi, anzi. Nel piano si è considerata piuttosto la sovrapposizione degli effetti di entrambi, anche se, spesso, la forte localizzazione degli eventi meteorici determina una crisi di un sistema piuttosto che dell’altro. 
Numerose sono le strutture pubbliche o ad uso pubblico che risultano comprese all’interno della fascia di pericolosità idraulica: la piscina situata in via Lombardia, la piazza di voco Amendola, il parco Liori, il campo da calcio in vico Satta, lo stadio e il distributore di via Trento.
E ancora: asilo, farmacia, negozi, la banca situata in via Cagliari, le scuole elementari in località Frutti D’oro, il palazzetto dello sport, la scuola dell’infanzia di via Amendola e il parco di via Praga.
Sono state individuate anche le persone diversamente abili e non autosufficienti, ossia coloro che deambulano solo con ausilio da parte di terzi, si spostano sulla carrozzina oppure sono allettate. 
L’ubicazione di ciascuna persona non autosufficiente è stata contrassegnata nel piano e si è deciso di distinguere tra le persone allettate e quelle che si muovono con l’ausilio della carrozzina, in ragione del fatto che le prime necessitano di almeno tre soccorritori, per le seconde ne sono sufficienti due.
Nella pianificazione comunale sono state individuate aree polifunzionali sottoposte a continua manutenzione e, in caso di emergenza, possono essere utilizzate come punto di raccolta o per l’accoglienza della popolazione o ammassamento delle risorse necessarie al soccorso ed al superamento dell’emergenza.
Ecco le aree cosiddette di attesa: la scuola elementare Nivola, piazza dei Caduti, area prossima al Palazzetto dello Sport, area verde di fronte alla scuola elementare materna Residenze del sole. E ancora: cortile scuola dell’infanzia San Girolamo,
area sulla SS Sulcitana spartitraffico, piazza Maria Carta, parcheggio Torre degli Ulivi, Strada 51, Strada 67-51 e il Centro Commerciale Poggio dei Pini.
Le aree di accoglienza alla popolazione sono: le scuole nelle vie Lamarmora, Europa, C. Battisti e Nivola, il Palazzetto dello Sport, il Centro di aggregazione sociale, il Teatro dei Ciliegi, Poggio dei Pini e il Centro Mekano.
Inoltre verrebbero attivati degli sbarramenti alcuni di competenza comunale e altri affidati alla gestione da parte della polizia stradale.
La funzione principale di questi cancelli è quella di evitare che gli automobilisti si dirigano verso le zone a rischio dell’abitato quando questo è interessato da un fenomeno alluvionale e di consentire di dirottare i veicoli verso un percorso alternativo sicuro o, laddove ciò non fosse possibile, di permetterne l’inversione di marcia.  
In questo modo da una parte si mettono al sicuro gli automobilisti, dall’altra si evita che questi entrino nelle aree interessate dall’alluvione e vadano a intralciare la macchina dei soccorsi andando a impegnare la viabilità di emergenza e di evacuazione.
Analogamente i cancelli di competenza comunale, sotto il controllo della polizia municipale eventualmente coadiuvata dalle associazioni di protezione civile, hanno lo scopo di fornire ai cittadini tutte le informazioni sull’evento in atto indicando loro ad esempio, la viabilità da seguire per l’evacuazione, evitare che la popolazione residente intralci le operazioni di evacuazione e di soccorso, di interdire ai cittadini l’accesso ai cosiddetti “Punti critici” e “Punti a elevata criticità” corrispondenti ai sottopassi della ferrovia e alle intersezioni della viabilità con il reticolo idrografico.
Ecco, nello specifico, dove verrebbero attivati i cancelli: SP1 strada provinciale 1, SP2 strada provinciale 91 angolo via Serpentera, 
SP33 strada provinciale 91 località Santa Lucia, canale Santa Rosa angolo via Cagliari e via Belvedere, località Sa Perda Su Gattu, via Palermo, località Su Carropu e Su Baumnannu est e angolo via Trento. Altri sbarramenti sarebbero adottati nel ponte Sa Sennorredda, nelle località Su Forru Coccu, Tanca Manna, Baccalamanza, Masoni Ollastu, Piscinas.
Nelle strade SS195, La Maddalena, 35, 27, Santa Barbara e Poggio dei Pini.
Strada 39, 51, 52 e chiesa San Girolamo.
Le squadre addette ai cancelli dovranno essere composte di almeno due volontari affiancati da una persona appartenente alle forze dell’ordine o a un vigile urbano. 
Il contatto con i cittadini, che vogliono accedere alle aree evacuate, deve essere discreto e gentile, le spiegazioni devono essere esaurienti e convincenti ma l’atteggiamento deve essere fermo. Insomma, niente panico ma affrontare la situazione con il giusto impatto.
Tags: capoterra
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