36 mesi, un giorno dopo. Per tre anni, la discussione è sempre stata su temi argomenti e problematiche specifiche facendo un lavoro di realizzazione – di pars construens, la distruzione – pars destruens – da queste parti è ritenuta scorretta. Qualcuno non vuole accorgersene. A Palazzo Bacaredda dovrebbero comprendere che i militanti, come gli elettori della sinistra, pretendono il massimo. Lasciando agli avversari altri metodi nel dire, nel fare, nel partecipare e nel valutare la morale e l’etica politica. Non è accettabile che si debba star zitti perché della stessa parte politica. Non è accettabile che ad una critica costruttiva si reagisca dal Palazzo, nella migliore delle ipotesi, accusando di fuoco amico e nella peggiore d’essere traditori. Brutta tradizione della sinistra tacciare di tradimento. Un approccio per cui, a tutti i costi, si “debba tacere” mediante eccessi da inquisizione e castigo verso chi si permette di dissentire. Il più delle volte alle critiche si replica con argomentazioni, riguardanti prerogative d’altri poteri. In questi anni trascorsi alcuni grandi temi sono stati tralasciati o posposti uno su tutti, per personale conoscenza ed informazione, il Piano Particolareggiato del Centro Storico.
Passiamo oltre, ci saranno occasioni per valutare compiutamente l’azione complessiva dell’amministrazione Zedda. Poi saranno gli elettori, a fine mandato, a dare un giudizio definitivo. La gioia partì repentina da Via Puccini nella notte del 30 gennaio 2011. I votanti furono 5.629. Massimo Zedda raccolse 2.588 voti (46,1%) a seguire Antonello Cabras 1.914 (34,1%), l’indipendente Filippo Petrucci 468 (8,3%), Giuseppe Andreozzi 388 (6,9%) e Tiziana Frongia 253 (4,5%). L’undici giugno partirono sempre da lì i festeggiamenti della successiva vittoria elettorale al grido di: “Dacci le chiavi, dacci le chiavi”. Zedda 50.055 (59,42), Fantola 34.176 (40.57). Era ed è opportuno interrogarsi allora sul perché vinse Zedda e/o perché perse Cabras. Nei concitati passaggi successivi probabilmente, vi è stata un’errata valutazione dei motivi e della situazione in cui maturò la vittoria. Dispiace dirlo. E peggio, non lo suggerisce neppure chi fa parte dell’entourage. Lo dico, dopo una vita a sinistra, dove li rimarrò sino alla fine, con il cuore, forse esageratamente, e con la testa. Non si volle capire e ciò ha condizionato il prosieguo così come la percezione, di quei giovani ragazzi, alcuni in gamba altri gli ultimi dei “vecchi politici”. In quel del 30 gennaio, l’attuale Sindaco, vinse per mille coincidenze ed errori. Alle elezioni vinse la sinistra diffusa, l’entusiasmo di tanti ed in particolare di chi le Primarie le perse. Qualcuno non capi allora e continua a non voler capire. Si è passati dall’ora tocca a noi, ad ora ci penso io. Per prenderne atto degli errori c’è sempre tempo con un NOI corale che presuppone, una responsabile partecipazione democratica. In sintesi non è stata debitamente fatta una ricognizione sulla vittoria alle primarie ed alle elezioni. Qualcuno non ha voluto comprendere le ragioni ed ora il tempo stringe. Inutile nascondere che l’impegno dell’amministrazione è sufficiente ma sotto le attese. Almeno credo. Almeno crediamo. Gianfranco Carboni












