Una visita da fare “entro dieci giorni” (che non scriviamo per tutelare la privacy del minore), l’impossibilità di trovare uno spazio “prima del 2025”, le telefonate al Cup dell’Ats che trovano uno spazio a pagamento, “il dieci agosto alla Cittadella della salute”, una mamma che paga “208 euro più le commissioni” e che porta il suo piccolo di sette anni in via Romagna, per poi scoprire che è impossibile effettuare la visita. Il motivo? “Il medico è in pensione da mesi dall’Asl”. Annalisa Marongiu:, cagliaritana di 37 anni, insieme al suo bambino, sono solo le vittime più recenti di un caso di sanità che fa rabbrividire. “La priorità della visita era chiara, dieci giorni. Mi è stato detto che non c’è posto, mi hanno mandato in intramoenia. Ho chiamato un numero del Cup e prenotato la visita a pagamento. Appuntamento fissato per il dieci agosto alle 17:30 nel reparto di Endocrinologia, padiglione A, ambulatorio F. Ho pagato prima, me l’hanno sottolineato quattro volte. Mi sono presentata con il ticket e ho fatto la fila. L’ambulatorio era chiuso. Ho pensato che il dottore fosse in ritardo. Dopo due ore di esasperazione e giri inutili, ho scoperto che il mercoledì pomeriggio non sono previste visite e chi doveva visitarlo è in pensione da mesi, l’ha segnalato all’Asl e che non era nemmeno a conoscenza che dovesse visitare mio figlio”. La Marongiu spiega di avere ottenuto queste informazioni perchè “tramite Google ho trovato il suo numero. Era mortificato per l’accaduto”.
E non finisce qui: “Visita pagata, nessuno ha visitato mio figlio, questi soldi non so se me li rimborseranno e siamo di nuovo punto e a capo, devo cercare un dottore disponibile in tempi brevi. Il medico in pensione, rammaricato, mi ha detto che è disponibile, il 25 agosto, per fare la visita. Mi ha chiesto 130 euro”, prosegue la trentasettenne. Una richiesta che l’ha fatta sbiancare: “Come? Ne ho già spesi 208. La sanità sarda è pessima, incluso il Cup. Al telefono ho precisato che si trattava di un bimbo, mi hanno dato la visita il giorno di chiusura del laboratorio, con un dottore in pensione che ha già comunicato che non presta più servizio da mesi. È una vergogna, non c’è molto altro da dire”.









