Villacidro, riprende vita il parco di Lacuneddas: appartenuto ai nonni di Giuseppe Dessì, “è stato restituito alla comunità grazie all’impegno, alla visione e all’amore per la storia di Tomaso Contu, che lo ha acquistato e riportato al suo splendore originario”.
Un’oasi verde di tre ettari, un bellissimo bosco che abbraccia il mandorleto, l’agrumeto e un ingegnoso sistema di irrigazione. Simbolo dell’identità della comunità, è un luogo dove “natura e storia si intrecciano. Un luogo raccontato nei libri di Dessì, da 𝘗𝘢𝘦𝘴𝘦 𝘥’𝘖𝘮𝘣𝘳𝘦 𝘢 𝘔𝘪𝘤𝘩𝘦𝘭𝘦 𝘉𝘰𝘴𝘤𝘩𝘪𝘯𝘰, e che oggi torna a vivere”. Con queste parole il sindaco Federico Sollai ha ufficialmente inaugurato il parco pochi giorni fainsieme alla ristrutturazione dell’antico edificio rurale che un tempo era al servizio della “tanca”.
Questo luogo – noto storicamente come Tancato Brabezza poi appartenuto ai frati Mercedari, passato all’avvocato Giuseppe Fulgheri, quindi ai nonni materni di Giuseppe Dessì, alla famiglia Alagana e infine alla famiglia Santoni, “è stato restituito alla comunità grazie all’impegno, alla visione e all’amore per la storia di Tomaso Contu, che lo ha acquistato e riportato al suo splendore originario.
La giornata ha avuto anche un valore spirituale e simbolico profondissimo: il Rettore dei frati Mercedari, Padre Eugenio Caramia, ha benedetto il parco durante l’inaugurazione, spezzando idealmente quelle “catene” che, secondo la leggenda, i padri mercedari avevano lasciato come augurio funesto quando furono costretti ad abbandonare Villacidro”.
Padre Caramia ha ricordato che “l’anno giubilare è l’anno della liberazione, della redenzione, della speranza”. Queste catene solo ora spezzate e Villacidro riacquista un pezzo importante del suo cuore.
Un’oasi verde di tre ettari, un bellissimo bosco che abbraccia il mandorleto, l’agrumeto e un ingegnoso sistema di irrigazione. Simbolo dell’identità della comunità, è un luogo dove “natura e storia si intrecciano. Un luogo raccontato nei libri di Dessì, da 𝘗𝘢𝘦𝘴𝘦 𝘥’𝘖𝘮𝘣𝘳𝘦 𝘢 𝘔𝘪𝘤𝘩𝘦𝘭𝘦 𝘉𝘰𝘴𝘤𝘩𝘪𝘯𝘰, e che oggi torna a vivere”. Con queste parole il sindaco Federico Sollai ha ufficialmente inaugurato il parco pochi giorni fainsieme alla ristrutturazione dell’antico edificio rurale che un tempo era al servizio della “tanca”.
Questo luogo – noto storicamente come Tancato Brabezza poi appartenuto ai frati Mercedari, passato all’avvocato Giuseppe Fulgheri, quindi ai nonni materni di Giuseppe Dessì, alla famiglia Alagana e infine alla famiglia Santoni, “è stato restituito alla comunità grazie all’impegno, alla visione e all’amore per la storia di Tomaso Contu, che lo ha acquistato e riportato al suo splendore originario.
La giornata ha avuto anche un valore spirituale e simbolico profondissimo: il Rettore dei frati Mercedari, Padre Eugenio Caramia, ha benedetto il parco durante l’inaugurazione, spezzando idealmente quelle “catene” che, secondo la leggenda, i padri mercedari avevano lasciato come augurio funesto quando furono costretti ad abbandonare Villacidro”.
Padre Caramia ha ricordato che “l’anno giubilare è l’anno della liberazione, della redenzione, della speranza”. Queste catene solo ora spezzate e Villacidro riacquista un pezzo importante del suo cuore.













