Spazi ristretti, inadeguati anche per i colloqui con gli utenti, un impianto di climatizzazione in tilt: per i lavoratori dell’Ufficio di esecuzione penale esterna (Uepe) di Cagliari – che si occupa di gestire l’applicazione delle misure alternative alla detenzione – un vero e proprio disagio che dura dal 2013. Questa mattina una delegazione dei 55 lavoratori che operano nella sede in via Peretti 1, si è data appuntamento con un sit in di protesta, manifestando un malessere generale e disappunto per gli ambienti in cui lavorano. I lavoratori, insieme ai rappresentanti sindacali Fp Cgil, Fp Cisl e Uil-Pa, hanno dunque denunciato i problemi relativi alla salute e alla sicurezza così come carenze nell’organizzazione del lavoro e nella gestione dei servizi. I sindacati di categoria hanno chiesto un incontro al Prefetto e al direttore dell’Uepe di Cagliari, con l’obiettivo di capire le ragioni che determinano la grave situazione, giudicata ormai insostenibile, e trovare una soluzione.
“L’attuale sistemazione logistica – denunciano all’unisono i sindacalisti Maria Teresa Steri, Cgil-Fp e Giovanni Sainas, Csil-Fp – è inadeguata a garantire il regolare svolgimento delle attività istituzionali: i funzionari sociali operano in spazi ristretti e privi di adeguati locali per i colloqui, la sede dell’Ufficio non ha un impianto di climatizzazione funzionante ed è scarsamente rispondente a quanto la normativa prevede in materia di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori”. Nonostante tutto i lavoratori continuano a svolgere il loro lavoro “cercando di improntare l’attività al massimo livello di professionalità possibile ma è evidente che il persistere di tali condizioni operative finirà per incidere, oltre che sulla condizione fisica e mentale degli operatori, anche sulla qualità del lavoro e del servizio offerto”.
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