E’ una donna vittima di violenza come ormai ha accertato la magistratura. Il marito l’ha sfigurata nel tentativo di ucciderla. Ma i parenti dell’uomo l’hanno denunciata e lei ha dovuto difendersi dalla accuse e dalle malignità. E Valentina Pitzalis, 27 enne di Bacu Abis, dopo altri tre anni di calvario, ha avuto ragione: è innocente. Ma la controparte è andata avanti col patrocinio gratuito e così lei ora deve pagare il conto delle spese legali: 98 mila euro. E per questo la onlus Fare x bene sta raccogliendo fondi per aiutarla.
Valentina la settimana scorsa è stata ospite della trasmissione di Canale 5 Verissimo nel corso della quale ha raccontato la sua odissea. “E’ inutile dire quanto sia difficile vivere senza poter riconoscere la propri immagine, ho perso le mie sembianze e l’autosufficienza e son diventata i valida al 100 %”.
Parte dal matrimonio con Manuel Piredda e dalle prime avvisaglie. “Dal giorno del matrimonio sono diventata una sua proprietà”, racconta, “io capivo, ma pensavo a una gelosia patologica e morbosa. In realtà subivo violenza di tipo psicologico, quella più difficile da individuare. Mi aveva allontanato da famiglia e amici e non avevamo vita sociale”.
Da qui la separazione e dopo un anno la tragedia che le stravolgerà l’esistenza. “Manuel abusava degli psicofarmaci”, racconta, “io gli volevo bene, ma non gli davo speranza. Non volevo riallacciare la relazione sentimentale. E lui un giorno premedita e organizza la trappola. Mi chiama e a casa sua e mi getta liquido infiammabile addosso e mi dà fuoco. Io mi son buttata in terra e ho iniziato a battere i piedi. I vicini mi hanno sentito, sono arrivati e hanno chiamato i soccorsi. Io ho bruciato per 20 minuti. Piangevo e chiedevo a Manuel di finire l’opera, pensavo che lui fosse fuggito. Solo all’arrivo dei soccorsi ho saputo che in casa c’era un cadavere e ho capito tutto prima di entrare in coma farmacologico”.
Curata a Sassari Valentina Piztalis, grazie all’aiuto dei familiari reagisce e ritrova lentamente la voglia di vivere. Ora c’ è da scontrarsi con le malignità, i pregiudizi della gente (“alcuni genitori che coprivano gli occhi dei bambini per nascondermi alla loro vista”) e con la “pazzesca campagna d’odio a mezzo stampa nata sul web dove si sosteneva che io fosse la carnefice e non la vittima”.
Parte anche un’indagine della procura di Cagliari e così dal 2017 Valentina PItzalis è indagata per omicidio. “Mi hanno messo le cimici nelle auto per sei mesi”, racconta, “ ma io non ho mai perso al fiducia nella giustizia. Mi scrivevano di tutto anche che si vedeva dalla faccia che io ero una strega e un’assassina e continuavano le illazioni e la diffamazioni”.
Ma alla fine qualche mese fa arriva l’archiviazione che la scagiona da tutte le accuse. E per Valentina inizia una nuova vita. “Io ho perdonato la persona, lui ha perso la vita e ha pagato e io ho smesso di provare rancore e odio per una persona che è crollata nei vizi e nelle sue fragilità e ci son passata io. Io ora pratico la felicità. Il mio sorriso nessuno me lo porta via e non mi concentro su quello che non ho, ma guardo alle mie fortune agli affetti che ho intorno che mi permettono di stare bene”.
C’è solo un ultima formalità. Non da poco purtroppo. “Non sono in grado di pagare le spese legali”, ammette, “la controparte si è dichiarata nullatenente e non si è arrivati al processo e le spese pe avvocati e perizie ammontano a 98 mila euro e non ce la faro mai. Vorrei cogliere l’occasione per poter dire che invece fare per bene onlus ha attivato il progetto “Regala un sorriso per Vale” dal 25 novembre al 25 dicembre. E’ possibile entrare nel sito e aiutarmi a pagare le spese. Ringrazio quelli che mi vorranno aiutare io vengo da una famiglia umile e non mi posso permettere queste cifre e finché avrò questo debito non posso dire di aver chiuso col passato. E i voglio andare avanti e combattere ogni giorno per dire no alla violenza sulle donne”.













