Uta, rientra dal permesso premio con droga e un cellulare nel retto: detenuto nei guai

La scoperta, in una zona del corpo decisamente curiosa, fatta dagli agenti: sequestrati coca, eroina, ben 95 grammi di hascisc e uno smartphone


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È rientrato dal permesso premio con un carico decisamente illegale e nascosto in una parte del corpo, per così dire, originale. Un detenuto del carcere di Uta è finito nei guai: gli agenti penitenziari gli hanno trovato, nascosti nel retto, droga e un cellulare: eroina, cocaina, marijuana e ben 95 grammi di hashish sono stati subito sequestrati, proprio nel giorno della visita, nel carcere, della ministra della Giustizia Marta Cartabia e del capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Carlo Renoldi. La polizia penitenziari ha anche ritrovato, attorno alla prigione, due involucri con 150 grammi di marijuana e diversi grammi di cocaina. A darne notizia è il sindacato del Sappe Il suo segretario regionale, Luca Fais, plaude all’intervento dei colleghi: “Nnostante la grave carenza di organico nella casa circondariale di Uta, il personale della polizia penitenziaria continua con grande professionalità investigativa a sventare l’introduzione di droga e telefoni. Questo importante risultato avviene in concomitanza dell’arrivo della ministra della Giustizia Cartabia e del capo del Dap Renoldi, proprio per far visita nell’istituto cagliaritano, e auspica alla luce di questa visita che le autorità prendano coscienza della realtà sarda in cui opera il personale di polizia penitenziaria, soprattutto per grave carenza di sottufficiali”.

 

 

Il segretario generale del Sappe Donato Capece ricorda che “la polizia penitenziaria è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto all’introduzione di telefoni cellulari ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. Nonostante la previsione di reato prevista dall’articolo 391 ter del Codice penale, di recente emanazione per l’ingresso e detenzione illecita di telefonini nelle carceri, con pene severe che vanno da uno a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi. Vanno adottate soluzioni drastiche, come la schermatura delle sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone. È urgente trovare soluzioni al personale di polizia penitenziaria che opera, sotto organico e con mille difficoltà, nel carcere di Uta e negli altri istituti di pena sardi e nonostante tutto garantisce al meglio i compiti di sicurezza”.


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