“Ancora una volta la Regione va oltre le sue prerogative entrando a gamba tesa nell’ambito di competenza di un Comune, mancando di rispetto alla sua autonomia e alla volontà degli elettori
che hanno dato fiducia all’Amministrazione locale scelta e ampiamente votata”.
Così il Consigliere regionale del Partito Democratico della Sardegna Valter Piscedda, primo firmatario di una apposita interpellanza, sottoscritta anche dai colleghi Gianfranco Ganau, Piero Comandini, Salvatore Corrias, Roberto Deriu, Giuseppe Meloni, Daniele Cocco, Eugenio Lai, Francesco Agus, Laura Caddeo, Maria Laura Orrù, Antonio Piu, Gian Franco Satta, lamenta l’agire della Regione che, con Deliberazione della Giunta, ha nominato un commissario ad acta per definire il Piano Urbanistico Comunale di Pula.
“Nel 2015, con la Delibera di C.C. n. 30, il Comune di Pula ha adottato il Piano Urbanistico
Comunale già predisposto dalla precedente Giunta comunale, procedendo alle pubblicazioni di
rito. Nel 2016 la Regione Sardegna ha inviato al Comune le proprie osservazioni e, da quel
momento, è iniziato un lungo iter istruttorio che ha visto le due amministrazioni rimpallarsi il PUC
per essere modificato, adeguato, condiviso al fine di ottenere uno strumento di governo del
territorio quanto più rispondente alle esigenze di un contesto complicato, fortemente costretto tra il
suo passato legato ad una economia agricola e la sua attuale vocazione turistica.
Non sempre – prosegue Piscedda – il dialogo con l’ente sovraordinato è stato agevole: i rilievi della
Regione hanno rimarcato una generale inadeguatezza e incompletezza del Piano adottato nel 2015
per cui, più che di semplici osservazioni, nella stragrande maggioranza dei casi, la R.A.S. ha
formulato vere e proprie prescrizioni sostitutive ed inviti ad adeguare il PUC secondo le normative
vigenti, in particolare a quanto prescritto dal Piano Paesaggistico Regionale. Nonostante ciò,
l’Amministrazione comunale si è prontamente allineata alle prescrizioni degli Uffici regionali con
l’impegno a far integrare gli elaborati e la disciplina nei termini richiesti dalla Re
conformare alle 119 osservazioni formulate dalla R.A.S. per l’adeguamento del P.U.C. al P.P.R.: a
tal fine, nel mese di novembre 2019, il Comune di Pula ha predisposto un cronoprogramma che
prevede il completamento di tutte le azioni di rielaborazione entro il mese di Aprile 2020, con la
conseguente riadozione del PUC. Ora non si comprende quale sia la ratio che sottenda alla
decisione della Regione di attivare l’azione sostitutiva e, soprattutto, come tale scelta possa in
qualche modo accelerare un procedimento che, dal punto di vista dei documenti e della
pianificazione, è già giunto alle soglie della sua conclusione: infatti, per raggiungere la chiusura
dell’iter per l’approvazione definitiva del PUC, il Commissario regionale non potrà che ripetere le
azioni già poste in essere dall’Amministrazione comunale, dovendo attenersi alle 119 osservazioni
sostanziali che la stessa Regione ha già indicato all’Ente e che il Commissario ovviamente non
potrà disattendere. Non si comprende neppure l’agire dell’Assessorato degli Enti Locali, Finanze e
Urbanistica della R.A.S., con particolare riferimento ai più basilari principi di buona
amministrazione secondo criteri di speditezza, efficacia, economicità, pubblicità e trasparenza e
soprattutto col minor sacrificio degli interessi particolari dei privati. Appare anche disatteso il
principio costituzionale di sussidiarietà: dal momento in cui l’ente inferiore, che si trova ad un
livello di governo più vicino agli interessi posti in campo dagli strumenti che va a progettare, anche
nel rispetto della territorialità, ha la capacità di svolgere bene un compito e, in questo caso, di
portarlo a termine, per quale ragione l’ente sovraordinato decide di intervenire? Di ciò abbiamo
chiesto conto alla Giunta con una interpellanza depositata oggi, poiché riteniamo che la
Deliberazione di G. R. n. 52/38 del 23.12.2019, assunta peraltro senza il necessario contraddittorio
tra l’Amministrazione Comunale e l’Assessorato degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica, possa
generare un pericoloso precedente nell’autonomia democratica di tutti i Comuni della Sardegna e
del rispetto delle singole funzioni attribuite dalla Costituzione agli enti territoriali”.











