E’ grazie alla collaborazione scientifica avviata da anni con il gruppo guidato dai professori Walter Fratta e Paola Fadda, docenti del Dipartimento di Scienze biomediche, se il Premio Nobel per la Medicina Eric Kandel e la prof.ssa Denise Kandel tengono oggi una lectio magistralis e una joint lecture all’Università di Cagliari. Lo ha sottolineato Maria Del Zompo, rettore dell’Università di Cagliari, in apertura dei lavori di questa mattina: una collaborazione di assoluto prestigio internazionale, con due “docenti eccezionali e di altissimo livello”, come li ha definiti il Premio Nobel conversando al mattino con i giornalisti nelle interviste prima dell’appuntamento in Aula Magna, dove tantissime persone hanno ascoltato le parole del professor Kandel. Un’intesa scientifica di rilievo nata a partire dalla “Gateway Hypothesis” nell’abuso di sostanze, formulata in particolare dalla prof.ssa Denise Kandel.
L’appuntamento del mattino – nell’ambito dei seminari del Rettore – è stato coordinato dal Magnifico ed il professor Kandel è stato introdotto dal prof. Gian Luigi Gessa, Emerito di Farmacologia, alla presenza dei Prorettori vicario, Francesco Mola, e alla Ricerca, Micaela Morelli. “Il nostro è un Ateneo vivo, vivace e moderno – ha sottolineato il Rettore Maria Del Zompo – La passione e la motivazione sopperiscono spesso alla carenza di finanziamenti. Gli studi del prof. Kandel mostrano che il cervello serve non soltanto per farci esistere, ma anche per farci pensare, riflettere ed emozionare”.
II professore ha tenuto una lectio magistralis dal titolo “Il riduzionismo nell’arte e nella neuroscienza”, esplorando la natura dell’apprendimento e della memoria. Il suo discorso si è sviluppato attorno al paragone tra il metodo della ricerca scientifica e l’approccio riduzionistico nell’arte. Così come gli artisti si servono di immagini semplici e prive di riferimenti espliciti alla realtà per veicolare emozioni e sensazioni profonde, Kandel si è servito dello studio del cervello della lumaca Alypsia per comprendere la complessità di quello umano. Benché l’artista e lo scienziato operino in campi diversi, la creatività li accomuna, e l’analisi della percezione dell’arte sull’uomo aiuta a comprendere il funzionamento della mente e della memoria. L’esperienza pregressa, infatti, modifica i meccanismi cerebrali e il modo in cui la mente percepisce l’arte.
Nella sua prima visita a Cagliari, il Premio Nobel è rimasto affascinato dalla città, e ha voluto svelare agli studenti il segreto per sfruttare al meglio la memoria: “Prendete gli studi seriamente e traetene piacere – ha detto durante un’intervista a fine lezione – Ma è compito dei docenti rendere lo studio più interessante”. (fonte Unica.it)
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