In duecento, riuniti nell’atrio del cimitero di San Michele, hanno voluto salutare per l’ultima volta Luca Furcas, il medico 37enne ucciso a Roma da un rumeno ubriaco al volante mentre, vicino a Villa Borghese, stava facendo jogging. Le esequie sono state celebrate dal cappellano del cimitero, padre Ivan Lai. Amici, conoscenti e colleghi hanno voluto stringersi attorno alla mamma e al papà di Furcas e al loro altro figlio, Gabriele, che si è occupato di gran parte delle scartoffie legate al decesso, alle indagini e al relativo funerale. Luca Furca era specializzando alla Sapienza e aveva davanti una sicura carriera in camice bianco. La stessa rettrice dell’Università capitolina aveva pubblicato un messaggio di cordoglio, rimarcando il dolore per la grave perdita di un giovane brillante.
La vita di Furcas è stata tragicamente interrotta lo scorso diciotto marzo. Prima di raggiungere l’ateneo, aveva deciso di fare un po’ di corsa vicino a uno dei polmoni verdi più noti della Capitale, Villa Borghese, quando la sua vita ha incrociato quella del rumeno 26enne che, sotto l’effetto dell’alcol, l’ha travolto, uccidendolo sul colpo.









