La Guardia di Finanza ha effettuato un maxi sequestro da 4 tonnellate di cannabis in un’azienda agricola di Tula, ma le piante in quartine erano destinate all’essiccazione e non al mercato cosiddetto nero della droga.
È ciò che spiegano il difensore dell’imprenditore con il perito il professor Pier Luigi Caboni dell’Università di Cagliari e Piero Manzanares presidente dell’associazione Sardinia Cannabis. “L’imprenditore e l’azienda agricola in questione lavora in assoluta liceità, perfettamente in grado di dimostrare la tracciabilità del prodotto e la regolarità del materiale. Oggi si accusa e si espone alla gogna mediatica una persona e un imprenditore senza avere strumenti e competenze – affermano l’avvocato Salaris e l’associazione Sardinia Cannabis -da diversi anni, l’azienda di Tula si propone ed è coinvolta in una serie di attività per lo sviluppo e la promozione delle filiera canapicola, avendo più difficoltà che riconoscimenti a causa di un contesto normativo mutevole e mai chiaro. Il materiale in questione non è altro che la risultante di materiale detenuto in azienda dal 2020, costituito da biomassa “piante intere” essiccate destinate al macero. Materiale già analizzato, adeguatamente documentato e perfettamente legale”











