“Truzzu, inaccettabili i manifesti sul Coronavirus: i cagliaritani non sono delinquenti, rimuovili subito”

Le frasi choc comparse su alcuni cartelloni a Cagliari fanno infuriare l’opposizione. Guido Portoghese: “Così si crea un clima di terrore, irrispettoso anche delle vittime e dei loro familiari. I cittadini vanno aiutati e protetti”


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Le frasi sono forti e l’intento sembra essere quello di scoraggiare le uscite “inutili” nei giorni caldi del Coronavirus. “Quando mio figlio è stato contagiato ho capito che dovevo rinunciare a quella spesa inutile”, questo uno dei messaggi che campeggia in alcuni maxi cartelloni comparsi a Cagliari e che portano tutti la firma del sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu. Un modo per invitare tutti a tenere la guardia bella alta contro il virus che, però, non piace per niente all’opposizione di centrosinistra. Guido Portoghese (Pd) è furioso: “Sono apparsi oggi in città alcuni grandi manifesti firmati dal sindaco di Cagliari sull’emergenza Coronavirus. Immaginiamo che l’intenzione sia quella di scoraggiare i cittadini dall’uscire di casa in giorni in cui si chiede ai cittadini di limitare il più possibile i contatti con l’esterno. Ma il messaggio che passa è inaccettabile e ingiusto perché colpevolizza la cittadinanza”, sostiene Portoghese, “che si sta comportando più che egregiamente per la sua maggioranza e in una situazione che chiede dei sacrifici inimmaginabili sino a due mesi fa. Questo è un modo di creare un clima di terrore, irrispettoso anche delle vittime e dei loro familiari”. 
“Surreale in una regione dove finora la metà dei contagi è avvenuta negli ospedali. I cittadini non sono deliquenti, in questo momento vanno aiutati e protetti prima di essere controllati”. E la richiesta è una e chiara: “Chiediamo che il sindaco faccia rimuovere immediatamente i manifesti e si faccia promotore di una campagna informativa istituzionale semplice e diretta. I cittadini hanno bisogno di una comunicazione seria e trasparente, non di terrorismo. La cittadinanza di Cagliari non se lo merita”. 


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