Chiara Ferragni è stata rinviata a giudizio per truffa aggravata in merito alle operazioni commerciali legate al “Pandoro Balocco Pink Christmas” e alle uova di Pasqua. L’udienza è stata fissata per il 23 settembre prossimo. Nel provvedimento di citazione sono coinvolti anche Fabio Maria Damato, ex manager della Ferragni, Alessandra Balocco e Francesco Cannillo.
In una dichiarazione, l’influencer e imprenditrice di 37 anni ha espresso il suo disappunto: “Non pensavo fosse necessario un processo per dimostrare di non aver mai truffato nessuno. Purtroppo, dovrò convivere ancora con questa accusa che considero del tutto ingiusta, ma sono pronta a combattere con maggiore determinazione per far emergere la mia completa innocenza.”
Secondo la Procura di Milano, l’inchiesta riguarda attività commerciali che avrebbero ingannato i consumatori, associando l’acquisto dei prodotti a iniziative benefiche. In particolare, la campagna legata al Pandoro Balocco, venduto a Natale 2022 a un prezzo triplicato rispetto al normale, era stata pubblicizzata da Ferragni come a favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino. La Procura ha sottolineato che la credibilità della campagna era garantita dall’influenza dell’imprenditrice, che conta circa 30 milioni di follower sui social. Il prezzo del pandoro, venduto a 9,37 euro contro i 3,08 euro del prodotto tradizionale, sarebbe stato giustificato dalla presunta causa benefica.
La vicenda riguardava una raccolta fondi per acquistare un macchinario e sostenere cure per i bambini malati di Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing all’ospedale di Torino. In seguito a questa campagna, sono finiti sotto indagine anche Alessandra Balocco, amministratrice delegata dell’azienda dolciaria Balocco, e Fabio Salvatore Maria D’Amato, ex manager di Ferragni.
In merito alla vendita delle uova di Pasqua “firmate” Chiara Ferragni, la Cerealitalia-Id S.p.A. aveva sottoscritto un contratto il 6 novembre 2020, impegnandosi a versare un importo mensile di 1000 euro + IVA a favore dell’impresa sociale “I Bambini delle Fate”. Tuttavia, non sarebbe stato dimostrato alcun legame tra questo pagamento e i guadagni derivanti dalla vendita delle uova di Pasqua.