Caso Manuela Murgia, la ragazza “aveva la fronte con chiare tracce nere, uno dei tanti particolari che ha spinto tutti noi a cercare la verità”: altri indizi che ricompongono pian piano cosa è accaduto alla sedicenne 30 anni fa il suo ultimo giorno di vita.
Tre uomini ai piedi del gran canyon, uno di loro adagia sulla testa di Manuela un cappuccio e sulla fronte ben evidente un segno nero. La rappresentazione è stata ricreata con l’intelligenza artificiale “non è una fotografia reale, ma è una rappresentazione visiva di quello che noi sappiamo essere accaduto.
L’immagine è simbolica, ma la verità che racconta è reale” spiega la famiglia.
“Non si può cancellare ciò che è successo. Non si può nascondere la verità”: si sono battuti per decenni per scoprire chi ha ucciso la loro sorella, figlia, amica perché mai hanno creduto a un gesto volontario. Manuela non si è buttata dal costone roccioso, non ha fatto un volo di decine di metri perché le ferite riportate non sono compatibili con questa ipotesi. È emersa dagli esami recenti, depositati dal medico legale Demontis, una storia ben diversa, ossia quella di un omicidio avvenuto dopo una violenza.
“Ogni ferita inferta sul corpo di Manuela grida giustizia. Ogni sua lacrima, ogni istante della sua disperazione, ha invocato verità. Non si può occultare tutto, non si possono cancellare gli errori che nel tempo avete accumulato. Ogni secondo che passa vi tradisce. Noi sappiamo. Vi resta poco. Sappiamo chi siete. Sappiamo cosa avete fatto. E ora, la verità sta bussando alla vostra porta.”
Tre uomini ai piedi del gran canyon, uno di loro adagia sulla testa di Manuela un cappuccio e sulla fronte ben evidente un segno nero. La rappresentazione è stata ricreata con l’intelligenza artificiale “non è una fotografia reale, ma è una rappresentazione visiva di quello che noi sappiamo essere accaduto.
L’immagine è simbolica, ma la verità che racconta è reale” spiega la famiglia.
“Non si può cancellare ciò che è successo. Non si può nascondere la verità”: si sono battuti per decenni per scoprire chi ha ucciso la loro sorella, figlia, amica perché mai hanno creduto a un gesto volontario. Manuela non si è buttata dal costone roccioso, non ha fatto un volo di decine di metri perché le ferite riportate non sono compatibili con questa ipotesi. È emersa dagli esami recenti, depositati dal medico legale Demontis, una storia ben diversa, ossia quella di un omicidio avvenuto dopo una violenza.
“Ogni ferita inferta sul corpo di Manuela grida giustizia. Ogni sua lacrima, ogni istante della sua disperazione, ha invocato verità. Non si può occultare tutto, non si possono cancellare gli errori che nel tempo avete accumulato. Ogni secondo che passa vi tradisce. Noi sappiamo. Vi resta poco. Sappiamo chi siete. Sappiamo cosa avete fatto. E ora, la verità sta bussando alla vostra porta.”











