Test sul Coronavirus nel Lazio per chi torna dalla Sardegna: “È una discriminazione”

La Regione invita chi è stato nell’Isola ad effettuare i test, scoppia la polemica politica: “Boccia aveva detto che era incostituzionale fare controlli preventivi su chi voleva arrivare in Sardegna, questa non è discriminazione?”


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“In considerazione del consistente riscontro di positività al Sars-Cov-2 registrato negli ultimi giorni su cittadiin di provenienza da località di villeggiatura si comunica che è consentito il ricorso al test da parte di tutti coloro che abbiano soggiornato in Regione Sardegna e rientrati nella Regione Lazio”. Così si legge in un documento firmato dalla Regione guidata da Nicola Zingaretti e spedito alle direzioni generali e sanitarie di Asl, Ao, Aou, Irccs, alla direzione generale e sanitaria Ares 118, ai Mmg, Pls, Mca e al SeReSMI. L’oggetto della missiva? “Diagnosi precoce e attiva dell’infezione da virus Sard-CoV-2 su cittadini provenienti dalla Regione Sardegna”. Un invito, quello della regione che ha come capoluogo la Capitale d’Italia, che però ha già acceso tantissime polemiche politiche.

Salvatore Deidda, parlamentare sardo di Fratelli d’Italia, ha pubblicato il documento su Facebook e ha commentato molto duramente l’iniziativa: “Chiunque sia stato in Sardegna e voglia tornare nel Lazio deve farsi controllare. Vorrei capire dal ministro Pd Boccia, che aveva tacciato di incostituzionalità la volontà della Regione Sardegna di voler procedere a controlli preventivi su chi volesse arrivare in Sardegna, se non ci sia una chiara discriminazione verso la nostra terra. Sapete la differenza? La Regione Lazio è governata dal PD e dal segretario Zingaretti. La Sardegna No. Questo è il metro di giudizio del Governo e dei PD e 5 Stelle. La Sardegna era per settimane zero contagi. Abbiamo chiesto al Governo aiuto per un turismo sicuro e ci è stato detto No. Eravamo ‘razzisti’. Oggi invece la situazione cambia. Il Governo non interviene? E i Pd e i 5 Stelle sardi muti. Ps il ministro Boccia dovrebbe dimettersi per dignità”.


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