di Nicola Manca – presidente Fondazione Nurnet
E’ passato oltre un anno dalla comparsa del primo articolo di Untoreblog – un calderone di diffamazioni gratuite e anonime reiterate con cadenza quasi giornaliera sui canali internet. Come noto, la fondazione Nurnet ed alcuni suoi esponenti sono stati il bersaglio principale dell’anonimo diffamatore unitamente ad un numero enorme di persone appartenenti all’archeologia, alla cultura, al giornalismo, alla politica e ad qualunque altro settore della vita pubblica della Sardegna o anche solo di qualche sua piccola comunità. Nurnet non ha mai replicato a nessuna delle diffamazioni ma piuttosto ha preferito confidare nella professionalità dei Magistrati e degli Ufficiali di Polizia Giudiziaria che se ne stavano occupando a seguito delle querele proprie e dei propri esponenti. Per tale motivazione un sincero ringraziamento è dovuto al Dott. Alessandro Pili della Procura della Repubblica di Cagliari e all’Ispettore Roberto Manca
La strategia ha pagato con un risultato straordinario che ha fermato un meccanismo perverso che per oltre un anno ha incusso in molti intellettuali che condividevano gli obiettivi di Nurnet, il timore di subire la stessa diffamazione da parte degli anonimi. Al contrario meritano invece riprovazione gli attestati di stima forniti all’anonimo diffamatore tanto da giornalisti come anche di esponenti di primo piano dell’archeologia sarda; a tale proposito non può certo passare inosservata l’assidua corrispondenza con l’anonimo diffamatore da parte di personalità come Mario Galasso o di importanti funzionari della Soprintendenza Archeologica come Rubens D’Oriano così come anche di altri esponenti dell’archeologia e della cultura sarda, almeno fino quando la diffamazione non ha colpito anche loro.
L’autocelebrarsi di certa intellighenzia sarda e affidare i propri pensieri a una persona implicata in un processo per associazione a delinquere e accusata di duplice tentato omicidio (per il quale si è costituito) e con precedenti per traffico di reperti (SIC!) è un ossimoro che nemmeno il più arguto Beckett e il suo teatro dell’assurdo sarebbe stato in grado di inscenare. Mi dispiacerebbe che qualcuno incappasse nella metonimia, facendo di tutta l’erba un fascio, e pensasse che questi siano i giornalisti, i professori e i rappresentanti dello stato e del mondo archeologico che abbiamo. So invece che non è così ma si tratta, per fortuna, di casi isolati. Questo è l’ennesimo esempio di come la Sardegna stia cambiando e di come sia finita l’epoca dei muretti a secco. Anche se, come si sa, fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce, oggi il tonfo l’hanno sentito tutti.












