Fatta la legge, trovata l'”assenza”. Il green pass obbligatorio per lavorare ovunque, nel settore pubblico e in quello privato, fa già correre brividi lungo la schiena di tante piccole aziende, anche a Cagliari. L’esempio più lampante? I call center: ci sono quelli grossi, formati anche da duecento operatori, e quelli decisamente “mini”, con al massimo dieci lavoratori. Ma la regola vale per tutti: senza certificazione verde stop lavoro e stop stipendio. “Un grosso problema”, dice Marianna Stara, lavoratrice di call center e sindacalista della Uilcom: “Samo letteralmente alla finestra, questa pandemia ha favorito lo smart working ma non tutti lo attuano, purtroppo. I grossi marchi sì, quelli più piccoli, invece, anche per un’esplicita richiesta del committente, no. E ogni sede è realizzata in un modo diverso: qualcuna ha un usciere, altre, la maggior parte, i tornelli”.
E, quindi, chi controllerà il green pass? “Ce lo deve dire il Governo. Non so quanti siano gli operatori vaccinati, ma a prescindere dobbiamo tutelarli tutti. E, per farlo, ci servono delle indicazioni precise”.











