Un tuffo nel passato tra le antiche botteghe del quartiere di Stampace. Non possano certo inosservate, e sono ormai diventate la novità, rispetto all’omologazione dei negozi franchising e dei megastores. Sono le botteghe di quartiere, poche ormai, quelle rimaste in vita, che ogni giorno sopravvivono tra mille difficoltà. Sembra che il tempo si sia fermato ad un secolo fa, quando si entra nella cappelleria “Martello” di via Sassari. Anche i mobili sono ancora gli stessi di allora. Ed è ancora la signora Matilde, 98 anni, che da oltre sessanta a guidare l’attività.
Fu suo padre, sbarcato nel 1888 dal Friuli ad aprirlo nel 1905. La prima sede del negozio era sita nel corso Vittorio Emanuele, la cosiddetta “passillara” – racconta la signora Matilde – nel 1938 ci trasferimmo qui in via Sassari. Un tempo si vendeva, si facevano gli affari, il negozio era un punto di riferimento per signori e signore.” La cappelleria Martello era negli anni trenta, una sorta di salotto dove si provavano gli ultimi modelli e si facevano nuove conoscenze. E ancora oggi vanta la sua fidelizzata clientela.
La stessa via, ospita la pelletteria Santolini, alla guida oggi c’è Alessio, 34 anni che ha rilevato qualche anno fa, l’attività che prima era stata di suo padre, e prima ancora di suo nonno. Non ha voluto chiudere quando suo padre è andato in pensione, e porta avanti la tradizione di famiglia nonostante tutte le difficoltà. “Non è facile – racconta- siamo molto svantaggiati a causa di questi continui aumenti delle tasse, della concorrenza spietata dei centri commerciali, e come se non bastasse il problema dei parcheggi, in questa via sono sempre tutti occupati e molti clienti se non lo trovano vanno via. Quelli liberi sono pochi e quelli a pagamento non bastano”.
Percorrendo via Sassari a Stampace, girato l’angolo in via Angioy si trova l’antica coltelleria “Binelli”, fondata nel 1896 da Giovanni Binelli. L’avventuroso e intraprendente Giovanni sbarcò da Pinzolo in provincia di Trento a Cagliari, portandosi con sè un’arte tradizionale delle sue parti: l’affilatura dei metalli. Suo figlio Clemente portò avanti la tradizione dal 1920 e apportò una novità: introdusse il commercio della ferramenta. Oggi è Antonio l’odierno titolare, che sulle orme del padre continua, aiutato dai figli, a mandare avanti la bottega. Antonio arrivato in età pensionabile continua con passione il suo lavoro, ma ammette: “ogni tanto sono tentato di scappare dall’altra parte del mondo, qui in Italia ti fanno passare la voglia di fare l’artigiano o il commerciante, siamo oberati di tasse”.
Nonostante queste parole viene da dubitare che Antonio abbandoni la sua bottega, quando, orgoglioso ci mostra la grande collezione di coltelleria sarda d’autore e che possiede. Una bottega da sogno per artigiani e collezionisti. E ancora, nel cuore di Cagliari, resistono “La bottega di Mastro Beppe”, in via Principe Amedeo, la “Bottega dello studente” di via Dettori, il “Salone Defraia” in via Cavour, il “tabacchino Casti” di Via San Benedetto e il negozio dei “F.lli Serra” di Via Sassari che vende articoli per la pastorizia.
Frammenti di un mondo passato che sta scomparendo. Molte botteghe infatti non ce l’hanno fatta, spazzate via dal tempo e dai mutamenti sociali. Un patrimonio, invece, da tutelare che ricorda oggi, com’eravamo.
Federica Melis










