Una problematica che ha scaldato questa estate rovente è quella delle spiagge “non per tutti”: pochi tratti liberi nei litorali più rinomati, costi esorbitanti per chi vuole ombrellone e lettini e il risultato? Spesso gli stabilimenti sono deserti e la folla si concentra nelle fasce dove nessun vincolo è imposto.
Una problematica nazionale, non solo regionale, come ben spiega Tozzi: “Lo scrivo con tutta la simpatia per gli amici balneari che stanno inondandoci le orecchie di lamenti: il sistema italiano di sfruttamento delle spiagge di pregio è ingiusto, ambientalmente dannoso e non funziona. Li invito a sottoscrivere un documento per ridisegnarlo: comune per comune, spiaggia per spiaggia, il 50% deve essere sempre libero, ma non sul totale nazionale, scarichi e impianti industriali sul mare compresi (eh, furbacchioni!); del restante 50%, il 20% deve essere attrezzato dai comuni a prezzi calmierati, il 30% può andare a bando; i prezzi delle concessioni devono essere riadeguati; sulle spiagge non deve rimanere alcuna struttura fra ottobre e aprile; tutte le strutture devono essere comunque rimovibili; le concessioni non possono superare i 10 anni, poi vanno di nuovo a bando.
Così tuteliamo un bene e i diritti di tutti. Come accade in tutti i Paesi del Mediterraneo”.
La sua iniziativa











