Crollo dei contagi in Sardegna e in tutta Italia: l’effetto dei vaccini è iniziato di colpo a venir fuori ma attenzione alla variante indiana.
A Radio Casteddu, l’epidemiologo Giovanni Sotgiu: “Sono stati pubblicati qualche giorno fa, dall’istituto superiore della sanità e dal ministero, i dati che hanno evidenziato un effetto positivo della prima dose di vaccinazione. Questo è positivo sia sull’incidenza delle forme di infezione che sul numero di ricoveri. Già con una singola dose è registrato un effetto protettivo di immunità”.
Una scossa improvvisa, i contagi sono crollati: “Le misure di protezione adottate sono state essenziali nelle prime fasi in Sardegna e la fascia cosiddetta di mezzo, 40-50 anni, ha la voglia di avvicinarsi alla vaccinazione: questo è positivo perché è stato percepito il valore fondamentale che la vaccinazione può avere in termini protettivi, però allo stesso tempo, in questo momento, è fondamentale continuare a vaccinare e soprattutto mantenere il distanziamento e l’uso delle mascherine.
In Italia ancora siamo molto lontani dal livello di sicurezza di immunità di gregge, per cui in questa fase abbiamo necessità di correre su due binari paralleli: quella della vaccinazione e rispettare le misure di mitigazione, ovviamente favorendo un certo tipo di aperture che devono, però, essere effettuate con molta cautela”.
Quanto durano gli anticorpi nei soggetti vaccinati?
“Come succede per l’influenza, il prossimo anno se si valuterà un cambiamento della struttura del virus e gli anticorpi non saranno più adeguati per la protezione, in questo caso, sarà necessario nuovamente vaccinarsi. Vedremo, e si potrà valutare anche quale è il vaccino più efficace oppure se esiste equivalenza tra i vaccini a disposizione.
Per dare un’idea dell’impatto che il virus può avere in termini di varianti, abbiamo i dati che nel Regno Unito il 30% dei casi sono causati dalla variante indiana, che possiede una contagiosità superiore rispetto a quella inglese e la sta detronizzando, letteralmente spodestando dal primo posto, e determinando un numero sempre più elevato di contagi. Si prevede che nell’arco di poche settimane la variante indiana possa sostituire quella inglese e questa rapidità di evoluzione può rovinare quelli che sono gli sforzi delle nazioni ad alto reddito.
Se la situazione non viene contestualizzata globalmente, il problema persisterà per noi che siamo vaccinati.
Per adesso i casi, che sono stati notificati, sono di soggetti non vaccinati quindi ancora non abbiamo dati sull’impatto dell’immunità indotta dai vaccini: si saprà qualcosa a breve, si sta già iniziando a lavorare.
La variante indiana che sta circolando in Inghilterra è una variante della variante proveniente dall’India, infatti accanto al nome ha un’altra dicitura che rappresenta una nuova variante che è stata riscontrata nel territorio indiano. Non sappiamo in pratica se i vaccini sono efficaci sulla variante indiana quindi è importante fare degli studi epidemiologici e di laboratori dove la variante viene messa a contatto con gli anticorpi presi dai vaccinati per vedere la capacità di neutralizzare”.
Risentite qui l’intervista del direttore Jacopo Norfo e di Paolo Rapeanu
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