“In questi giorni la nostra associazione ha appreso con sconcerto che con determinazione di AIFA del 10 ottobre (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 23 ottobre) è stato disposto il passaggio del farmaco Baqsimi (glucagone in versione spray nasale) in classe C, ossia a pagamento. Tale decisione sarebbe un passaggio obbligato in quanto la Lilly, l’azienda produttrice, ha venduto questo farmaco a un’altra che non ha ancora una sede in Italia e non può, pertanto, procedere alla rinegoziazione del prezzo con AIFA”. Lo denuncia Francesco Pili, presidente dell’associazione Diabete Zero.
“Pur avendo avuto rassicurazioni sul fatto che la Lilly garantirà che questo farmaco salvavita resti disponibile in questo periodo transitorio, la notizia ci preoccupa molto in quanto attualmente può essere fornito gratuitamente solo il glucagone da somministrare con iniezioni. Non c’è dubbio – continua Pili – che sia preferibile assumere un farmaco con una modalità meno comoda che non assumerlo affatto, tuttavia, la versione spray ha reso molto più semplice la somministrazione ai bambini, non solo da parte dei familiari ma anche di personale scolastico. La nostra associazione è, infatti, attualmente impegnata a favorire il più possibile l’inserimento dei bambini e ragazzi diabetici a scuola. Nel corso di questa attività sono emerse non poche difficoltà e paure per quel che riguarda soprattutto la somministrazione dei farmaci e la gestione delle ipo- e iper- glicemie. Per superare tali ostacoli, l’associazione sta organizzando corsi di formazione per il personale scolastico, ma, nel frattempo, ritiene necessario che restino invariate le conquiste già acquisite. Tra queste c’è, appunto, la diffusa disponibilità delle scuole a tenere il Baqsimi tra i farmaci di pronto intervento e a somministrarlo all’occorrenza”.
Abbiamo già esposto le nostre preoccupazioni alla Regione la quale ha dimostrato subito sensibilità e sta studiando una soluzione. Riteniamo, inoltre, opportuno che a livello nazionale siano studiate procedure che, in questi casi, consentano una proroga della permanenza del farmaco in classe A per un periodo transitorio. Facciamo anche un appello al senso etico delle aziende farmaceutiche affinché evitino che le loro legittime scelte si traducano in disagi, più o meno gravi, per i pazienti”, conclude Pili.












