In poco più di un anno il suo volto è cambiato radicalmente: più stanco, più provato. E i suoi occhi non mentono: regna l’amarezza. Salvatorangelo Mattana è il protagonista, suo malgrado, di una vicenda nella quale si intrecciano “letalmente” prestiti non restituiti alle banche, presunti avvocati furbetti e un’abitazione persa all’asta che ha avuto l’effetto di distruggere la sua famiglia: “Vivo solo, a Solans, nell’abitazione di un amico che mi sta aiutando. Faccio qualche giornata come muratore, nient’altro”, racconta Mattana. L’uomo ha visto sgretolarsi davanti agli occhi, in poco tempo, tutta una serie di certezze e sicurezze: una famiglia unita, un tetto sicuro, il solito tran tran quotidiano. Poi, il lento calvario: stando alla denuncia presentata già da oltre un anno, nel 2011 arriva una “esecuzione immobiliare” da parte della banca alla quale Salvatorangelo Mattana aveva chiesto un prestito, nel 2000, di centoventi milioni di lire. Il caso finisce in tribunale e la moglie si rivolge ad un legale per farsi tutelare e ripianare i soldi non restituiti all’istituto bancario. Nelle mani dell’avvocato denunciato per truffa finiscono, negli anni, “somme variabili tra i 500 e 1800 euro”, sino ad arrivare alla cifra totale di “diecimila euro”. Poi, il legale si fa consegnare “35mila euro con un assegno, a fronte di un debito che, considerate le spese di procedura era pari a circa 50mila euro”. La donna sarebbe sempre stata rassicurata dal legale “circa la immediata chiusura della procedura ed il conseguente svincolo dell’appartamento”. Cioè, l’avvocato avrebbe garantito di avere sempre versato i soldi alla banca. Invece, a ottobre 2021, Lia Piras riceve “un avviso di vendita dell’immobile per l’incanto da tenersi nel mese successivo, ovvero il 16 novembre 2021”. La casa è stata aggiudicata e assegnata regolarmente ad un uomo. La donna cambia avvocato, a quel punto, cerca di fare sospendere la procedura ma, alla fine, il 26 luglio scorso, la coppia con la figlia vengono sfrattati.
Cronistoria a parte, oggi Mattana è ancora meno illuso di un anno fa: “Ma spero ancora nella giustizia, ho fatto tutto quello che dovevo fare per cercare di tutelarmi. Poi, non lo so, magari non ci sono riuscito perchè ‘non sono studiato’, come si dice in questi casi, e non mi sono saputo difendere in un modo perfetto. Sto andando comunque avanti nella battaglia per la richiesta dei danni al legale che ci ha beffato”.









