Non solo sindaci, ma anche studenti contro il Piano di dimensionamento scolastico deciso dalla Giunta Pigliaru, che prevede la chiusura di 22 scuole elementari, 7 medie e l’eliminazione di 29 pluriclassi. “Ogni anno – si legge nel comunicato diffuso da Scida-Giovunus indipendestistas e il suo sindacato studentesco – siamo costretti a ripetere le stesse considerazioni riguardo la mortificazione delle scuole sarde, specie quelle delle zone interne, vessate da una legge statale che non tiene conto della particolare situazione della nostra nazione”.
Il nuovo Piano di dimensionamento regionale, voluto con convinzione dall’assessore Firino e dal presidente Pigliaru, porterà alla chiusura di 22 scuole elementari (Belvì, Martis, Tergu, Padria, Santa Maria Coghinas, Torpè, Cossoine, Codrongianos, Erula, Nughedu San Nicolò, Chilivani, Siligo, Segariu, Piscinas, San Nicolò Gerrei, Gesico, Morgongiori, Siamaggiore, Tramatza, Flussio, Osini, Bassacutena). Sette scuole medie (Torpè, Codrongianos, Santa Maria Coghinas, Villanovafranca, Ballao, Esterzili, Osini) accorpando le classi in esse a centri distanti fino a 12 km. I rappresentanti dei comuni colpiti hanno protestato duramente, denunciando il mancato coinvolgimento delle comunità al fine di elaborare un piano più ragionevole, che non contribuisca ulteriormente alla drammatica condizione di spopolamento. “Denunciamo l’allineamento della Giunta al progetto statale di mortificazione della scuola sarda – si legge ancora nel comunicato – e la mancanza di un progetto sardocentrico in merito all’educazione nella nostra isola. Riteniamo che non ci sia altra via per la salvezza delle nostre scuole oltre la lotta dei giovani sardi per la potestà legislativa della Regione in materia di istruzione. Ci uniamo, nel breve termine, alla richiesta di una moratoria sul piano, affinché i rappresentanti delle comunità lese siano coinvolte per limitare i danni”.











