I sigilli se li aspettava, solo in parte, perché “ho preso il locale nel 2018 e tutta una serie di opere non le ho fatte io. Certo, se magari fossero venuti ad aprile a dirmi ciò che non andava, sarebbe stato meglio”. Stefano Versace, amministratore unico del Colibrì di Quartu, il locale sulla spiaggia del Poetto quasi tutto sigillato dagli agenti, non ci sta. Le costruzioni che gli vengono contestate lo portano a dover rinunciare, almeno temporaneamente, anche alle serate musicali: “Non posso fare l’animazione sulla spiaggia, sinora la facevamo solo il sabato e la domenica sino alle quattro del mattino”. Versace spiega che “gli agenti hanno contestato le vetrate, che ho pagato 25mila euro più Iva, solo perché non posso tenerle chiuse. E allora le lascerò sempre aperte. Le tende non vanno bene e il parapetto, cioè la staccionata, è ritenuta troppo alta. La abbasserò”. Certo, il fastidio maggiore è legato al periodo: “Siamo a giugno, è chiaro che così perderò molti giorni di incassi sicuri. La zona ristorante sbarrata ha molti posti, faccio lavorare 35 persone e così potrò garantire ore di lavoro solo a dodici”.
Stefano Versace si è già rivolto all’avvocato Corrado Maxia: “Domani andremo in procura, insieme al mio collega Marco Spanu, per chiedere il dissequestro. Ricordo che il Comune di Quartu, da anni, ha pendente un accertamento di conformità, proprio sul Colibrì, richiesto da un ingegnere che ha presentato regolare istanza. L’amministrazione non risponde e, clamorosamente, la polizia Locale che fa il suo lavoro ci contesta le irregolarità. Il Comune è lento nel dare risposte”, dice Maxia, “ora è interdetta tutta la zona del locale protetta dalle vetrate e i tavoli del ristorante. I ricavi saranno almeno dimezzati, non sarà possibile nemmeno acquistare un cocktail”. E Versace è comunque fiducioso: “Spero di risolvere tutto entro una settimana e poter tornare a lavorare a pieno ritmo”.












