Per decenni ha vissuto nella casa – meglio, nel rudere, almeno a vederla – che era di alcuni pastori, in cima al colle di Sant’Elia. Luigi Pili, 75 anni, ha sempre vissuto lì, oltre le recinzioni militari. Esattamente dal 1956, anno nel quale è entrato per la prima volta in quella “casa abbandonata. Mia mamma era veneta e desiderava vivere in una zona di montagna”. E anche se quello che affaccia sul Golfo degli Angeli è un colle, va bene lo stesso. Oggi, la doccia fredda: sfratto da parte del Demanio, polizia e carabinieri sul posto per far sloggiare Pili. Un passato da cantante, scultore e funzionario delle Poste, “sino al 2001. Questa zona l’ho sempre protetta, recintandola tutta per non far arrivare possibili malviventi e piantumando palmette, pesche e nespole. Sì, l’ho difesa ogni giorno della mia vita”, afferma l’anziano. Due figli che vivono altrove, separato, passa le sue giornate insieme ai suoi tre fedelissimo cani: “Questa zona è stupenda, per me, la casetta è piccola ma me la faccio bastare: il bagno l’ho costruito con le mie mani, poi ci sono due camerette e una piccola cucina”.
L’uomo del colle, molto conosciuto a Cagliari, però, ha dovuto levare le tende: “È uno sfratto che fa male, non sono un ragazzino e ho sempre saputo badare a me stesso. Non potrei mai chiedere ospitalità ai miei figli, per esempio”, prosegue il 75enne, “hanno la loro vita”. E così, senza più un tetto sicuro sopra la testa, l’amara decisione: “Da oggi vivrò in una delle grotte presenti nella zona”.









