“Mamma ha iniziato a raccontare aneddoti del suo passato da bambina sino ad oggi. Storie di povertà, di fame, di guerra. Storie che raccontate oggi, a suo modo, hanno divertito chi ascoltava, ma che a quei tempi non avevano nulla di divertente. Come quando la mamma l’ha mandata a 7 anni a prendere le uova da rivendere e lei, in viaggio, ne ha mangiato 2, con conseguente rimprovero, chiamiamolo così, dalla mamma” spiega Marcella Marongiu, una dei suoi 7 figli. Tzia Maria non racconta storie da romanzi intricati e surreali, dove i protagonisti vivono vicende contorte con il lieto fine assicurato, ma la sua vita, ciò che ha vissuto, sin dagli anni del dopo guerra a oggi. Un trascorso non semplice, caratterizzato da una infanzia dove avere un pezzo di pane era come la benedizione del Signore, l’amore della sua vita, suo marito, scomparso più di 10 anni fa, e i loro figli, due maschi e cinque femmine, che mai hanno lasciato sola alla mamma. Anzi: un terribile lutto ha colpito all’improvviso la famiglia, la morte tragica di uno di loro, Roberto, appena ventenne, strappato alla vita a causa di un grave incidente mortale. Erano i primi anni’90, non esistevano i telefoni cellulari e tanto meno internet ma la notizia del mancato rientro a casa, in un fine settimana estivo, aveva fatto subito il giro del paese. I due amici inseparabili infatti, Sandro Coccodi e Roberto Marongiu, dopo una serata trascorsa a cena con altri amici, sparirono nel nulla. Un presagio, però, giunse dal ritrovamento di una recinzione del canale del Flumendosa rotta, un operaio vide qualcosa di sospetto. Scrutando nell’acqua alta e torbida affiorava la capotta della macchina, quella di Roberto. Una tragedia che segnò per sempre la vita la vita di Maria e della sua famiglia che ancora oggi ricordano quel figlio, quel fratello, volato in cielo troppo presto. Sorride nel vedere i suoi nipotini crescere, orgogliosa della sua prole che si è ben affermata nella società, come Alessandro che è stato sindaco di Serramanna per ben 10 anni.
“Ha parlato di quando ha conosciuto Togliatti a Cagliari, della Cooperativa nella quale era socio fondatore mio padre, di quando i soldati americani li avevano protetti durante un bombardamento sino a raccontare di storie recenti, come quando è stata invitata in varie scuole per mostrare ai bambini come si fanno le bambole di pezza, i malloreddus, partendo dalla raccolta del grano con tutti i passaggi, dal vivo, sino ad arrivare alla pasta fresca lavorata e cucinata. Ha parlato dei suoi fratelli, della mamma e della suocera impegnate, durante la guerra, nella vendita di “Noi Donne”, rivista antifascista, e dei rischi che hanno corso”. La presentazione del suo ultimo scritto, con la collaborazione di Maria Grazia Cossu e Erika Littera, a cura di Enrico Gallus, è avvenuta qualche giorno fa presso il centro “Associazione anni d’argento”: decine di persone hanno ascoltato e applaudito Maria, che tra sorrisi e commozione, riconoscono il grande valore della donna e delle sue testimonianze da tramandare.










